La top 11 dei playoff di serie C: Pisseri para tutto, Kresic “core ngrato”
Con la vittoria dell’Alessandria sul Padova cala definitivamente il sipario sul campionato di terza serie, lunghissimo ed estenuante come al solito. Alla fine il calcio ha tenuto testa alla pandemia, merito di una Lega Pro che ha saputo riorganizzarsi in tempi record offrendo anche uno spettacolo interessante. La top 11 degli spareggi promozione vede primeggiare, ovviamente, i grigi di mister Longo. Compatti in difesa, ben organizzati a centrocampo e forti in avanti. Ma anche il Padova si è ben difeso, così come il sorprendente Avellino di mister Braglia. Ecco la formazione ideale scelta dalla nostra redazione, schierata con il 4-3-1-2.
Pisseri (Alessandria): grandissimo protagonista di questi playoff, soprattutto per la capacità di mantenere alta la concentrazione specialmente quando la posta in palio era altissima ed era fondamentale mantenere i nervi saldi. Decisivo nella doppia sfida col Padova.
Curcio (Padova): un motorino sulla corsia di competenza, dai suoi piedi sono partiti sempre cross pericolosissimi. Specialmente nella gara di ritorno con l’Avellino ha macinato chilometri sulla fascia, risultando praticamente imprendibile.
Di Gennaro (Alessandria): non subire gol per 210 minuti contro un Padova micidiale in zona offensiva amplifica i meriti della retroguardia piemontese, guidata egregiamente da un calciatore esperto e sempre pronto a metterci una pezza nelle situazioni più intricate.
Kresic (Padova): in Campania si dice “core ngrato”, lui che ha indossato la maglia dell’Avellino e che ha punito i lupi nel match d’andata indirizzando il doppio confronto in favore dei biancoscudati. Impeccabile
Morelli (SudTirol): altra grande stagione per il difensore livornese, voluto fortemente dalla dirigenza e tra i trascinatori di una squadra che, ormai, è diventata una piacevolissima realtà del campionato di terza serie.
Casarini (Alessandria): davanti alla difesa per conferire qualità alla manovra, trequartista per mettere le punte in condizione di segnare, talvolta mezz’ala di inserimento. Senza, ovviamente, mai far mancare il proprio apporto quando si doveva badare al sodo e aiutare la fase difensiva. Un calciatore completo, definitivamente esploso durante la gestione Longo.
D’Angelo (Avellino): il giudizio positivo è frutto delle ottime prestazioni offerte negli spareggi, ma anche e soprattutto di una valutazione dell’intera annata del tutto positiva. Ha preso le chiavi del centrocampo e, con la personalità del veterano, ha trascinato i compagni lasciando sempre il campo con la maglietta sudata e gli occhi della tigre.
Della Latta (Padova): la sua essenza in finale ha pesato molto, all’andata aveva fatto tremare la traversa con una conclusione strepitosa. Con l’Avellino, invece, al netto dell’ingenuità sul rigore aveva costretto Pane agli straordinari in almeno tre circostanze. Sa fare tutto: attacca, difende, corre, pressa, lotta, si adatta senza problemi al modulo scelto dall’allenatore. Come col Piacenza ha soltanto sfiorato l’impresa, ma la cadetteria gli spetterebbe di diritto.
Chiarello (Alessandria): la “sottopunta”, per dirla alla Gregucci, che non ha saltato una sola partita risultando fondamentale nell’economia del gioco dei grigi. Imprevedibile nell’uno contro uno, bravo nelle ripartenze ed elemento chiave per scardinare le difese avversarie specialmente nelle gare in campo esterno.
Tulli (FeralpiSalò): resterà nella storia il suo gol contro il Bari che ha permesso alla sua squadra di scrivere una incredibile pagina di storia a cospetto di una corazzata e del suo ex allenatore.
Arrighini (Alessandria): in categoria si è sempre distinto per la capacità di segnare gol pesanti, stavolta vogliamo menzionarlo per il suo spirito di sacrificio. Specialmente contro il Padova ha avuto il compito di fare a “sportellate” e di creare spazi per i compagni, un dispendio di energie psicofisiche non indifferenti. Siamo quasi in estate ed è stata una stagione sfiancante, eppure ha corso per tre senza conoscere fatica.