Cardinale: "Ibra non è una figurina. Ho smesso di leggere i giornali, inventano di tutto"
Nel corso degli interventi disseminati in uno studio di Harvard sul Milan, il patron rossonero Gerry Cardinale ha anche parlato del ruolo di Zlatan Ibrahimovic: "La maggior parte delle persone considererebbe la sua nomina come una 'vetrina' o penserebbe a me come a un proprietario innamorato delle celebrità. È l'esatto contrario: sto cercando persone di livello mondiale che possano renderci migliori. Con Zlatan volevo affermare che faremo le cose in modo diverso perché c'è una legittima necessità di innovazione nel gestire meglio queste risorse. Quindi l'ho assunto per RedBird come operating partner e come senior advisor per la proprietà presso il Milan".
La pressione mediatica? “Ho smesso di leggere i giornali qui, perché possono semplicemente inventarsi tutto. Vedo tutto questo come una catena di valore con diversi componenti. I tifosi fanno il loro lavoro, ma il problema è che la maggior parte degli altri componenti della catena rende più difficile per noi offrire il meglio ai tifosi. I media spesso non aiutano, e nemmeno il governo. Di recente hanno tolto i vantaggi fiscali che ricevevamo quando pagavamo i giocatori, rendendo ancora più difficile per noi competere con altri campionati. In che modo questo ci aiuta? Dovrebbero capire che il calcio è una delle più grandi esportazioni dell’Italia".
Berlusconi?
“Quello che Berlusconi ha fatto con il Milan mi ricorda ciò che George Steinbrenner ha fatto con i New York Yankees. Entrambi stavano “comprando” campionati (acquistando i migliori giocatori al mondo senza badare a spese, ndr). Negli anni '80 e '90 era possibile farlo, ma ora non possiamo più permettercelo. Stiamo competendo con club di campionati più ricchi e non possiamo permetterci di pagare i giocatori quanto li pagano loro. Dobbiamo spendere ogni dollaro di capitale in modo più intelligente rispetto ai nostri rivali”.
La cessione di Tonali.
“Non lo abbiamo venduto al Newcastle United perché ne avevamo bisogno—lo abbiamo venduto perché abbiamo ricevuto un'ottima offerta e abbiamo fatto una valutazione rischio-rendimento. Abbiamo incassato 70 milioni di euro (bonus compresi, ndr) più un earn-out di 10 milioni, la cifra più alta di sempre in Serie A. E grazie a quella vendita abbiamo acquistato sei nuovi giocatori e rinnovato completamente la squadra. Non vendiamo per necessità - vendiamo per opportunismo. Se rimaniamo disciplinati, ci saranno sempre controparti sul mercato che permetteranno rendimenti straordinari per i giocatori".
Quale futuro per lo stadio?.
“Potremmo ristrutturare significativamente il nostro stadio esistente o costruirne uno nuovo che rifletta lo status attuale di questi club come società di intrattenimento per eventi dal vivo. Per ciò che costerebbe la ristrutturazione, potremmo probabilmente costruire uno stadio completamente nuovo. Ma costruire stadi in Italia è una sfida - l’ultimo stadio costruito in Italia è del 2011 e aveva 40.000 posti. Mi piacerebbe vedere la costruzione di uno stadio moderno con 70.000 posti, ma non stiamo ricevendo molto aiuto dal Comune per ottenere le approvazioni urbanistiche nella nostra posizione preferita. E sto ancora cercando di affrontare il disallineamento tra la costruzione di uno stadio in stile americano, che probabilmente costerà oltre 1 miliardo di euro, e l’impossibilità di applicare prezzi in stile americano. È una vera sfida”.