Veltroni candidato alla presidente della Lega Serie B: "Ecco la mia prima proposta"
Fra i candidati alle prossime elezioni per la presidenza della Lega Serie B c'è anche Vittorio Veltroni. Il manager, con ampia esperienza nell’ambito dello sviluppo tecnologico e nell’universo delle Telco e dell’executive search in Heidrick&Struggles, è stato intervistato da Repubblica: “Se mi chiedete perché sono candidato è perché penso che ci siano i germi di un futuro possibile. Però bisogna avere il coraggio e avere l'ottimismo per andarselo a prendere. Se cerchi solo di gestire il potere in continuità perché sei convinto che quello che verrà è solo una costante e continua consunzione, sei condannato alla costante e continua consunzione. Se invece hai il coraggio di vedere un futuro migliore allora puoi fare delle cose per farle accadere. Il calcio ha delle opportunità di crescita e di successo, ma se nessuno si muove queste opportunità spariscono”.
Quali sono le proposte del suo programma
“La mia prima proposta per esempio è di creare al posto dei play off della serie B è un processo simile ti ricordi al Bubble tournament della Nba. Ossia un torneo organizzato in una sola location, con un villaggio all’interno di una città: crei una settimana di evento. Ne ho già parlato informalmente con i broadcaster e sarebbe una roba enorme, un valore per tutti. È un tentativo, lo provi e se funziona poi magari fai così anche la Coppa Italia”.
Un’idea esportabile, tra l’altro.
“A livello internazionale si potrebbe accarezzare l’idea di un torneo fra le tre migliori squadre della serie B francese della serie B spagnola, della serie B italiana e magari tedesca: un torneo da fare quando gli altri non giocano. Per uno spettacolo di questo tipo i soldi di private equity ci sono. Sarebbe una specie di Supercoppa di B europea. Una manifestazione del genere la fai itinerante, a Roma o a Milano, diventano un modo di tenere impegnate le infrastrutture altri 10 giorni. Ci vuole il coraggio di provare cose nuove. C'è tantissimo spazio per creare opportunità di crescita”.
Perché allora proprio la serie B?
“Perché paradossalmente la serie B in questo momento ha una peculiarità: mentre nelle altre leghe all’estero, soprattutto in Francia e Spagna, la seconda serie è già dentro la loro serie A, e quindi fa sistema, in Italia è sempre da sola. Ha l'opportunità, in questo momento, di essere un laboratorio per un nuovo modo di interpretare la relazione col resto dell'ecosistema calcio. Per segnare un cambio di passo. Ad esempio lavorando fianco a fianco con i licenziatari dei nostri diritti tv per costruire un database del rapporto con i tifosi. È un movimento che ha bisogno di idee, che ha bisogno di cambiare”.