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TMW RADIO - Montorfano: "Cremonese, Ballardini può farcela. Attenti alla sorpresa Catanzaro”

TMW RADIO - Montorfano: "Cremonese, Ballardini può farcela. Attenti alla sorpresa Catanzaro”TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 7 settembre 2023, 08:19Serie B
di Luca Bargellini
Piazza Affari
TMW Radio
Piazza Affari
Piazza Affari con Cristiano Cesarini Alessandro Sticozzi e Marco Piccari Ospiti: Mario Montorfano
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Nella serata di TMW Radio, all’interno di “Piazza Affari”, è intervenuto l’ex bandiera della Cremonese Mario Montorfano che fra il ruolo da calcatore e quello da allenatore, a vari livelli, ha vestito i coloro grigiorossi per oltre un trent'ennio.

Hai sempre giocato alla Cremonese e anche da allenatore hai vissuto sempre lì. 5 punti in 4 partite. Ti aspettavi qualcosa di meglio?
“Ho fatto ben 34 anni alla Cremonese. Oltre ad allenare il settore giovanile ho preso per tre volte la prima squadra in Lega Pro. La Cremonese ha fatto un mercato importante, prendendo Bertolacci, Massimo Coda - che ho allenato nel 2011 - e Vazquez. Ho fatto 9 campionati di B. È importante la qualità, ma è più importante correre. La squadra ha un doppione in ogni ruolo, ma come età è una delle più “anziane”. A centrocampo e in attacco ha gran varietà di giocatori di valore. Non bastano i nomi e le figurine. Bisogna valutare se Okereke e Valeri saranno reintegrati o meno”.

Le è piaciuto il Ballardini che ha visto lo scorso anno tra Serie A e Coppa Italia. È stato giusto confermarlo?
“La Cremonese è andata molto vicina alla permanenza in A lo scorso anno ed è stata anche sfortunata. Il 24 ottobre, ancora con Alvini, rigore sbagliato da Dessers e sconfitta immeritata con la Samp. Con Alvini era più spettacolare ma rischiava tanto. Ballardini ha dato un assetto più sicuro. Ho contatti con i tifosi e qualcuno ingiustamente ritiene che sia un bravo allenatore da “salvezza”, meno incline alle lotte promozione”.

Coda è uno che “decide” la categoria…
“Nel 2011 nelle ultime cinque giornate gli dissi che lui non c’entrava nulla con questa categoria. Il suo valore si è manifestato sia a Benevento che a Lecce”.

Come è cambiata la Cremonese negli anni, avendola vissuta spesso dall’interno più o meno a tutti i livelli?
“È cambiata totalmente, in maniera viscerale. La “mia” Cremonese rimbalzava continuamente dalla B alla A, con un blocco solido sempre capace di aggiungere qualcosina. È sempre difficile riconfermarsi, con 5 promozioni nel giro di 10 anni. Era una società “pane, salame e lambrusco”. Luzzara, Ferraroni, Favalli: tutti dirigenti che vivevano lo spogliatoio. Oggi la situazione è più stabile, grazie all’arrivo di Ariedo Braida che ha infuso più calma e ha smesso di cambiare una ventina di giocatori a stagione. I dirigenti odierni sono poco “cremonesi”. Hanno delle soddisfazioni calcistiche, ma a livello di pubblico, di armonia e di famiglia - sicuramente difficile da riproporre col calcio che è cambiato - c’è ancora qualcosa da fare. Ai nostri tempi gli allenamenti erano aperti al pubblico. Ora al sabato ci si allena a porte chiuse. È tutto più ovattato, più protetto e più distante”.

Le principali rivali della Cremonese in questa lotta promozione?
“Ce ne sono diverse. Bari, Palermo e Parma. Lo scorso anno gli emiliani ci sono andati vicino. Hanno Pecchia che è un ottimo tecnico. Come sempre uscirà fuori la sorpresa della situazione, come fummo noi nel 1982/1983 con Mondonico. Ho visto il Catanzaro qui a Cremona: capaci di addormentare la partita e bravissimi nell’organizzazione. Fare il triplo salto in avanti è possibile per i calabresi”.

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