Salernitana, Colantuono: "Vorrei rinnovare e restare a lungo in una piazza che amo"
"Ho sempre fatto questo lavoro, anche se negli ultimi anni ho preferito fare uno step diverso. L'allenamento lo vivo da vicino, partecipo e avendo un problema fisico mi sentivo limitato. Curare il settore giovanile è addirittura più impegnativo. L'anno scorso la Salernitana era ormai avviata ad un certo tipo di campionato, la proprietà mi aveva chiesto una mano per non prendere un altro allenatore. Sono qui da sei anni, sono un uomo della società e ho un rapporto speciale con il club. E' l'unica piazza dove sono rimasto per tanti anni, magari resterò ancor di più superando lo score di Bergamo. Il campionato è ancora tutto da giocare, la categoria è differente e ci sono tutte le possibilità per rimettere in sesto questa squadra. Non dobbiamo fare voli pindarici, dobbiamo migliorare una classifica che non è rassicurante. La B, però, la conosco bene, l'ho anche vinta e so che si decide tutto nella seconda parte. Io sono realista e pragmatico: non si voleva ammazzare il campionato, ma almeno essere lì con le altre. Però può succedere che parti per voler fare un campionato normale e ti ritrovi in alto. Ci sono i presupposti per fare un certo tipo di lavoro, ho accettato la sfida e non mi sento un allenatore di ripiego. Sono tanti anni che faccio questo mestiere, forse sono il più anziano del campionato". Comincia così la conferenza stampa del nuovo tecnico della Salernitana Stefano Colantuono.
Il mister prosegue: "La classifica è corta, dobbiamo toglierci da quella posizione di imbarazzo perchè rischi di avere il braccino corto. Abbiamo la fortuna di avere una piazza che spinge e che ti può dare una grossa mano se dimostri attaccamento. Conosco bene la tifoseria e so benissimo quanto contino, dobbiamo essere noi a trascinarli sperando di trovare continuità. Io non sto contestando il lavoro del mio predecessore, lo ribadisco. Anzi, tante cose buone sono state fatte e la squadra le ha assimilate. Ci metterò del mio, senza stravolgimenti totali. Ci vorrà tempo, ma sono convinto ci siano i presupposti per fare un buon lavoro. Dove potremo arrivare lo dirà soltanto il tempo, è da gennaio-febbraio che il campionato entrerà nel vivo e, con la nuova formula della serie B, sono in tante a disputare i playoff. Addirittura fino all'ottava, contrariamente a quanto accadeva quando vincevo a Bergamo o Perugia. C'è sempre la possibilità di attaccarsi al gruppo. Ora, però, dobbiamo renderci conto che siamo lì sotto ed è una posizione che dobbiamo abbandonare il prima possibile. La squadra ha le caratteristiche per poterlo fare".
Sulle prospettive e sul suo futuro: "Sarebbe scorretto giudicare il lavoro del mio predecessore, lo stimo e non posso entrare ora nel dettaglio. Qualcosa va sistemata, ma i presupposti e i fattori che incidono sono molti. Non sempre è tutto imputabile all'allenatore. Rivedrò qualcosa in funzione di una classifica che ci vede troppo sotto e dovrò lavorare sia sotto l'aspetto difensivo, sia in fase offensiva, ma senza fare lo scienziato. Proverò ad entrare nella testa di alcuni giocatori che hanno reso al di sotto rispetto alle aspettative, spero possa esserci una scintilla già nella trasferta contro il Sassuolo. Sarà una battaglia e dovremo fare una partita importantissima, come fosse una finale. Non so nemmeno chi affronteremo dopo, focus tutto sulla prossima. Loro hanno giocatori fortissimi, che facevano la differenza in A. Ci vuole una squadra forte di testa, è lì che devo intervenire altrimenti non esci indenne e se perdi lavori male e tra le polemiche. Sfida delicatissima, da studiare con intelligenza. Alcune cose buone la Salernitana le ha fatte vedere nella striscia di partite, ma se non ti difendi in nove dietro la linea della palla fai fatica e devi riempire l'area di rigore in 4-5. Faccio l'allenatore da una vita e alcuni concetti li ho ben definiti, con idee legate a una categoria che conosco bene. In B ci sono concetti fondamentali che abbinerò al buon lavoro di Martusciello".
Infine sul rinnovo: "Ne stavo già parlando con la società, con Milan in particolare, per dare seguito al lavoro fatto nel settore giovanile. Se lo firmo a novembre piuttosto che a dicembre non mi cambia, ma stavamo già programmando la stagione. Io qui voglio stare più a lungo possibile, a prescindere dal mio ruolo. Guidare il settore giovanile, linfa vitale di un club, non è un ruolo di secondo piano. Fusco ha esordito in A, in Primavera ci sono persone interessanti che possono darci una mano e che ho convocato in diverse occasioni. La società sa quello che penso, io voglio restare. Il discorso economico non c'entra, ringraziando Dio sto bene. Il denaro è importante è fa parte della vita, ma qui sono di casa e tra poco chiederò la cittadinanza. Mi trovo bene con la gente e con i tifosi, accetto la critica e so che qualcuno non ha digerito questa scelta. Ma sono un salernitano d'adozione, non lo dico per arruffianarmi la piazza. E credo di restare ancora per qualche stagione. Non ero obbligato a restare, il contratto era scaduto. Ho avuto la possibilità di tornare ad allenare, anche all'estero e con offerte importanti. Ma a Salerno c'è un progetto che mi ha suscitato interesse, costruire mi ha sempre stimolato. Poi purtroppo si sono verificate determinate situazioni e mi sono messo a disposizione, ma vi assicuro che in testa sono sempre allenatore".