Inzaghi: "Mi chiedete di Vlahovic, ma penso alla Reggina. Spero che qualcuno salvi il calcio qui"

"Stasera è per me una bella serata, un bel compleanno, ma sono dispiaciuto per quello che sta succedendo alla Reggina, io e il mio staff ci siamo spesi molto per questa causa, e vedere come il "Granillo" mi ha tributato è stato emozionante. Ho promesso a tutti che tornerà, lo devo ai tifosi e a chi lavora intorno al club, non mi piace lasciare le cose a metà. Mi chiedete di Vlahovic, anche per me la Juventus ci penserà molto bene a privarsi di un giocatore come lui, ma in questo momento, scusatemi, ho proprio altri pensieri": queste, in diretta a Sky Sport, le prima parole di mister Filippo Inzaghi che, dopo la serata del "Granillo", ha festeggiato con la nota emittente tv i suoi 50 anni.

L'allenatore prosegue poi: "È stata una giornata intensa, ho ricevuto tanti messaggi e grazie a voi posso rispondere a tutti. Sono tornato a Reggio il 20 giugno, ho aspettato fino a oggi perché credevo che il nostro sogno potesse non finire, ma dopo la sentenza del TAR sono andate via tante persone, addetto stampa, team manager, segretario, persone fondamentali per la squadra, oltre che ai giocatori. È un bel compleanno, ero con i miei tifosi, ma avrei voluto festeggiarlo diversamente, con altre notizie. Io di portare la Reggina in A in tre anni ci credevo. Mi auguro intanto che Reggio Calabria salvi il calcio e torni poi dove meriti".

Andando quindi al futuro: "Sono un appassionato di calcio, ma gli ultimi due anni sono passato dalla situazione di Brescia a questa, ora, a malincuore ho bisogno di staccare la spina e ricaricare le forze. Avrei allenato molto volentieri, la mia passione la stanchezza non me la fa sentire, ma sono stati due anni intensi. Sono orgoglioso del mio staff, ma ora mi prenderò questi mesi per godermi la famiglia. Poi tornerò più carico di prima".

Conclude: "In Arabia Saudita? Non sarei andato nemmeno da giocatore. Nel 2007 avevo ricevuto un'offerta dall'America, ma non ne facevo una questione di soldi, giocare in Italia era una mia priorità, volevo contratti lunghi per sposare progetti, e in quegli anni il campionato italiano era il top. Poi ho avuto la fortuna di giocare al Milan e alla Juve, meglio non potevo chiedere".