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Yeboah: "Rifarei la scelta Genoa, con Blessin comunicazione complicata. Tornerò in Italia"

Yeboah: "Rifarei la scelta Genoa, con Blessin comunicazione complicata. Tornerò in Italia"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 18:08Serie A
di Alessio Del Lungo

Kelvin Yeboah, ex attaccante del Genoa che oggi segna con la maglia del Minnesota United in MLS, ha rilasciato una lunga intervista a Sky Sport, parlando del suo impatto con il nuovo campionato: "È stato ottimo. Qui i giocatori sono più liberi dalla tattica, il livello è alto, le infrastrutture perfette e il campionato è imprevedibile: è l’American Dream, tutti hanno il diritto di sognare e anche una big come l’Inter Miami di Messi e Suarez può essere battuta al primo turno dei play-off. E poi calcio è intrattenimento: lo show comincia già dalla scelta degli outfit pre-partita e io, da italiano, me la cavo bene".

Qual è una nota dolente?
"Il cibo... Fortunatamente ho trovato un negozio di prodotti italiani".

Ci può raccontare la sua parentesi al Genoa?
"Sono stati mesi complicati, ma non ho rimpianti: lo rifarei. I tifosi del Genoa sono fantastici e ho imparato tanto: è nei momenti difficili che migliori, quando la palla non entra neanche se la spingi con le mani. Mi ha aiutato mio zio Anthony, che è stato un grande attaccante in Bundesliga e in Premier. E al Genoa ho interiorizzato una lezione che oggi è il mio mantra: the obstacle is the way, l’ostacolo è la via. Significa non fuggire dalle responsabilità e dare sempre il massimo. Il resto lo lascio nelle mani di Dio".

Tre allenatori diversi in tre partite e acquisti da ogni parte del mondo. Tante difficoltà per un debuttante in A come lei.
"La società aveva scelto di prendere due attaccanti: io e Piatek. Alla fine però sono arrivato solo io e, a 21 anni, mi sono caricato tutta la responsabilità sulle spalle. Ero in un buon momento, segnavo pure in Europa League e il progetto di Spors e Shevchenko mi aveva convinto".

Come mai ha scelto il 45?
"Per Balotelli: mi aveva scritto un messaggio di buona fortuna. Ora è lui a indossare proprio quella maglia e io ho ricambiato: gli ho detto di farci divertire".

Il suo viaggio parte da Shevchenko.
"Ho esordito con lui in panchina, in Coppa Italia a San Siro contro il Milan: un sogno. Ma dopo quella partita l'hanno esonerato, è arrivato Konko ad interim e al mio debutto in Serie A abbiamo perso 6-0 contro la Fiorentina".

Poi è stato il turno di Blessin.
"Ero arrivato al Genoa per fare la punta ma lui mi ha spostato in fascia. E la comunicazione era complicata: l'allenatore era tedesco e il traduttore non traduceva dall'inglese. Quindi a ogni esercizio, Blessin spiegava in tedesco, il traduttore ripeteva in italiano e poi, per chi non capiva né una né l'altra lingua, Blessin lo rispiegava in inglese. In campo comunque ci capivamo: abbiamo lottato fino alla fine ma non siamo riusciti a salvarci".

Traversa a Napoli, quanto rimpiange che non abbia segnato?
"Sta ancora tremando: poteva cambiare la nostra storia e pure la mia, sarebbe stato il primo gol in Serie A. Ma un giorno tornerò in Italia per saldare il conto aperto".

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