Yeboah: "Rifarei la scelta Genoa, con Blessin comunicazione complicata. Tornerò in Italia"
Kelvin Yeboah, ex attaccante del Genoa che oggi segna con la maglia del Minnesota United in MLS, ha rilasciato una lunga intervista a Sky Sport, parlando del suo impatto con il nuovo campionato: "È stato ottimo. Qui i giocatori sono più liberi dalla tattica, il livello è alto, le infrastrutture perfette e il campionato è imprevedibile: è l’American Dream, tutti hanno il diritto di sognare e anche una big come l’Inter Miami di Messi e Suarez può essere battuta al primo turno dei play-off. E poi calcio è intrattenimento: lo show comincia già dalla scelta degli outfit pre-partita e io, da italiano, me la cavo bene".
Qual è una nota dolente?
"Il cibo... Fortunatamente ho trovato un negozio di prodotti italiani".
Ci può raccontare la sua parentesi al Genoa?
"Sono stati mesi complicati, ma non ho rimpianti: lo rifarei. I tifosi del Genoa sono fantastici e ho imparato tanto: è nei momenti difficili che migliori, quando la palla non entra neanche se la spingi con le mani. Mi ha aiutato mio zio Anthony, che è stato un grande attaccante in Bundesliga e in Premier. E al Genoa ho interiorizzato una lezione che oggi è il mio mantra: the obstacle is the way, l’ostacolo è la via. Significa non fuggire dalle responsabilità e dare sempre il massimo. Il resto lo lascio nelle mani di Dio".
Tre allenatori diversi in tre partite e acquisti da ogni parte del mondo. Tante difficoltà per un debuttante in A come lei.
"La società aveva scelto di prendere due attaccanti: io e Piatek. Alla fine però sono arrivato solo io e, a 21 anni, mi sono caricato tutta la responsabilità sulle spalle. Ero in un buon momento, segnavo pure in Europa League e il progetto di Spors e Shevchenko mi aveva convinto".
Come mai ha scelto il 45?
"Per Balotelli: mi aveva scritto un messaggio di buona fortuna. Ora è lui a indossare proprio quella maglia e io ho ricambiato: gli ho detto di farci divertire".
Il suo viaggio parte da Shevchenko.
"Ho esordito con lui in panchina, in Coppa Italia a San Siro contro il Milan: un sogno. Ma dopo quella partita l'hanno esonerato, è arrivato Konko ad interim e al mio debutto in Serie A abbiamo perso 6-0 contro la Fiorentina".
Poi è stato il turno di Blessin.
"Ero arrivato al Genoa per fare la punta ma lui mi ha spostato in fascia. E la comunicazione era complicata: l'allenatore era tedesco e il traduttore non traduceva dall'inglese. Quindi a ogni esercizio, Blessin spiegava in tedesco, il traduttore ripeteva in italiano e poi, per chi non capiva né una né l'altra lingua, Blessin lo rispiegava in inglese. In campo comunque ci capivamo: abbiamo lottato fino alla fine ma non siamo riusciti a salvarci".
Traversa a Napoli, quanto rimpiange che non abbia segnato?
"Sta ancora tremando: poteva cambiare la nostra storia e pure la mia, sarebbe stato il primo gol in Serie A. Ma un giorno tornerò in Italia per saldare il conto aperto".