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Torino, Pedro Mariani: “Affrontare il Bologna è complicato”

Torino, Pedro Mariani: “Affrontare il Bologna è complicato”TUTTO mercato WEB
Giocatori Torino
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 08:00Serie A
di Elena Rossin
fonte Torinogranata.it

Pedro Mariani è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Mariani dopo aver fatto la trafila nelle giovanili del Torino vi ha giocato in prima squadra dal 1979 all’82 e poi dall’83 all’87. Ha indossato anche la maglia del Bologna dal 1990 al 1992. Attualmente si occupa di consulenza calcistica e insegna metodologia dell'allenamento in varie società sia in Italia sia all’estero. Con lui abbiamo parlato della sfida che ci sarà oggi pomeriggio fra queste sue ex squadre.

Torino e Bologna arrivano entrambe da una vittoria, rispettivamente con Empoli e Fiorentina, che tipo di partita si aspetta?
“Per il Toro complicata. Non basta il Toro di Empoli, anche se quello dei toscani era un campo molto difficile da espugnare. E’ facile parlare dopo, ma a Empoli ci hanno sbattuto tutti la faccia, solo Napoli e Inter sono riuscite a vincere oltre il Torino. Affrontare il Bologna è complicato perché è la squadra più in forma in questo momento, stanno benissimo fisicamente e alternano molte tipologie di gioco durante la partita ed è per questo che dico che sarà una partita molto complicata, questo sempre a bocce ferme. Nessuno si aspettava la sconfitta della Fiorentina a Bologna e poi è avvenuta. Ho seguito il Bologna per motivi di lavoro e sono sicuro che se iniziasse oggi la Champions League si qualificherebbe perché nelle prime 7-8 giornate avendo cambiato allenatore e con i nuovi giocatori ha faticato un po' a trovare una quadra, ma adesso è una quadra complicatissima da affrontare. Ci vuole una grande prestazione collettiva, molto fisica e anche tecnica, una grande prova per superare questo Bologna”.
Nel Torino non ci sarà Coco perché squalificato, potrebbe essere un handicap per i granata che sembravano appena aver trovato il miglior assetto difensivo possibile con Walukiewicz, Coco e Masina?
“Fino ad un certo punto perché quando devi giocare partite belle, di cartello, importanti le variabili sono tante per cui credo che questo non influirà più di tanto perché è una partita che dà grandi motivazioni. Il Torino ha 19 punti, considerando l'avvio che non era attendibile perché non siamo da primi posti, bisogna dire però che abbiamo subito anche tanti infortuni molto importanti che sono coincisi con le sconfitte consecutive, la squadra è dove deve stare, l'ho detto più volte. Il Torino ha una rosa che non può stare più su dell’attuale posizione perché ci sono squadre superiori a noi. Facendo un discorso più generale va alzata la media nel livello tecnico altrimenti il Torino arriva 11esimo-12esimo, al 10° posto se proprio va alla grande perché non ha una rosa per poter competere con le altre per l'Europa, ma soprattutto non ha una rosa per competere con il Bologna.
Poi le partite vanno giocate, ma se guardi gli attaccanti e gli esterni loro hanno Dallinga, Orsolini, Ndoye, Odgaard e ce ne sono tantissimi altri. questa è una squadra che ha una rosa importante e se non gioca uno ne gioca un altro di valore. Il Toro quando ha due infortunati, due squalificati è nella m…. più totale e questo denota che c’è una rosa costruita … direi un po' monca: questo è il problema”.
Il Torino aveva un grande problema nel segnare, ma Adams è tornato a farlo e a Empoli ha fatto un gol pazzesco da centrocampo con un pallonetto, questo potrebbe essere quel qualcosa che gli serviva per svoltare e superare l'essere “orfano” di Zapata?
“Il gol di Empoli è stato incredibile, bellissimo, però è sempre tutto molto legato al gioco. Se la squadra fornisce prestazioni e tante azioni ci sono più possibilità di fare gol. Deve alzare il livello perché sì il Toro non ha tanti attaccanti e non si può permettere di variare tanti moduli di gioco. Di attaccanti a tutti gli effetti ne ha due (Adams e Sanabria, ndr), poi gli altri sono giovani, ragazzi di prospettiva. Se parliamo del doversi barcamenare è una cosa, ma se facciamo un discorso più generale bisogna quindi aumentare il livello tecnico della squadra per poter far sì che questi giocatori facciano più gol. Noi in porta non ci arriviamo tanto a differenza dell'inizio del campionato quando c’era Zapata ed era molto più facile arrivare la tiro, per cui ci deve essere una crescita generale. Sanabria ed e Adams non sono poca cosa a livello tecnico, ma sono numericamente pochi senza Zapata e questo è diventato un problema. Credo che si potesse intervenire e il Torino avrebbe dovuto intervenire prima perché a gennaio potrebbe essere tardi”.
Quindi prendendo un sostituto di Zapata fra gli svincolati?
“Ma sì, perché, parliamoci chiaro, adesso a gennaio che attaccanti si possono prendere? Sono sempre stato dell'idea che quello di gennaio è un mercato di riparazione, e come tutte le cose che si fanno per ripararne un’altra anche nella vita, non offre granché. Quei pochi, pochissimi attaccanti che sono bravi veramente e che sono sul mercato per vari motivi, giocano poco, uno ha litigato con l'allenatore, un altro per chissà che cosa, non vengono al Toro, vanno al Real Madrid, vanno in altre squadre che cercano anche loro un attaccante. Il Toro avrebbe dovuto pescare tra gli svincolati perché comunque in 15-20 giorni uno che è senza squadra si mette a posto fisicamente, non ci voleva molto. A gennaio potrebbe essere tardi nel senso che gli obiettivi prefissati potrebbero essere troppo lontani.
Qualcuno parla di Europa per il Torino , ma io non ci credo perché basta vedere la classifica, il campionato si è di nuovo riallineato molto verso l’alto, negli ultimi 15 anni non ricordo un campionato così combattuto e anche le squadre di media classifica sono forti. Il Cagliari è difficile da battere eppure sta lottando per salvarsi così come il Verona e il Lecce. Anche con le squadre che lottano per non retrocedere non c'è tutto questo divario come in passato, sono squadre che hanno messo in difficoltà Juventus, il Milan, Inter, Roma, chiunque. Magari poi hanno perso, però battagliando quindi bisogna alzare il livello.
Ripeto, il Toro è monco infatti è l'unica squadra che quando gli manca qualcuno è la fine del mondo e Vanoli deve rivedere i moduli, se ti mancano due giocatori per infortunio se ne devono spostare sette per ritrovare una sorta di assetto. E’ un macello, è difficile. Comprendo Vanoli in questo senso perché è sempre in salita, deve cambiare modulo, spostare troppi giocatori, per cui è un Toro che va sistemato al di là della complicata partita col Bologna” che è complicato.
Se dico tre nomi: Ricci, Ilic, Vlasic, sono loro tre che possono, se daranno un apporto maggiore durante le partite, fare la differenza in questo Torino?
“Sono tre giocatori per motivi diversi importantissimi, Vlasic è stato molto fuori, non è ancora il miglior Vlasic, tra l'altro nella posizione in cui gioca mi non fa impazzire però è un giocatore importante, se sta bene. Questi tre sono dei giocatori fondamentali, importantissimi per il Toro, ma ce n’è anche qualche altro che nell'economia della squadra ha la sua importanza”.
Chi?
“A molti non piace, ma sicuramente Vojvoda. Per me è un giocatore che se sta bene nel suo ruolo è uno che il 6 e mezzo se lo porta sempre a casa”.
Lei cosa intende per “se gioca nel suo ruolo”? In difesa da braccetto oppure sulla fascia?
“Io lo preferisco più da quinto di centrocampo e non da braccetto perché non mi piace come difende e credo che in questo senso debba migliorare. Mi piace di più quando agisce dalla metà campo in su perché è un giocatore che ha gamba, che ha forza e sa arrivare anche dentro l'area di rigore. Nella tua domanda c'è un po' la risposta generale sul livello della rosa perché se pensi che una squadra si appoggia soltanto su tre giocatori diventa difficile: il Toro ha tanti giocatori che le squadre di Serie B hanno scattato, diciamocelo chiaramente e non prendiamoci in giro. Masina all’Udinese on giocava. Il Toro ha raccattato un po' troppo a destra e a manca per fare la squadra. Pedersen, con tutto il rispetto e non parlo dell'uomo perché è un ragazzo meraviglioso, però lui viene dal Sassuolo. Il Toro può e deve avere una progettualità di scouting, di mercato diverso differente crescendo di anno in anno. Non puoi dopo tanti anni ritrovarti così. Il Toro non può stare al 12esimo-13esimo posto. Quando ci giocavo io arrivavamo al 4°, 5°, 6° posto ed eravamo imbottiti di ragazzi del Filadelfia insieme a tre-quattro anziani. IL Toro merita un po' di più. Non vuol dire andare sistematicamente ogni anno in Europa, qualche anno può non riuscirci, ma deve provarci. Stare lì com’è adesso non si può, non si può. Un po' da ex granata, un po’ è la fede che mi porta a dire questo, però sinceramente questa è una rosa che sta costruita così prendendo i giocatori un po' a destra e un po' manca e il mercato è stato opportunistico e quando poi devi assemblare la squadra da mandare in campo è un casino”.
Esulando un po' dal campo, c'è contestazione, ci sono tante voci che dicono che Cairo vende il Torino, che non vende, che forse vende, che forse ha già venduto e il presidente smentisce ufficialmente e ri-smentisce. Ma fino a che punto tutto questo può influire su una rosa che già non è stata allestita al meglio?
“Molto. Sono stato calciatore e mi è successo di ritrovarmi in situazioni di questo genere più o meno. Il calciatore è una bestia molto rara, lo dico contro quello che sono stato, ma il calciatore è opportunista, si crea un alibi e la squadra ne risente, così come ne risente quando le cose vanno bene. In una famiglia, quando i genitori vanno d'accordo i bambini sono più sereni, più felici, più gioiosi, ma se i due genitori litigano, dicono bestemmie, si alzano le mani il clima in casa è diverso. Ho fatto quest’esempio per far capire, quando la squadra risente in negativo una situazione non va bene, anche per questo motivo il presidente deve decidesi. E’ come quando ci si accanisce a stare con una donna perché la sia ama, ma se lei non ti ama più allora non ha senso continuare a stare insieme. Tra Cairo e il Toro non ce mai stato feeling”.
All'inizio c'era perché era visto un po' come il salvatore della patria.
“Ma non c'è mai stata empatia, non si è mai vista vera passione verso il Toro da parte di Cairo. Ha fatto il presidente perché per lui è un'azienda per lui, come tante altre che ha. E’ un biglietto da visita, per chi ha tante aziende avere anche una società di calcio è importante. In Cairo non ho visto la passione dei Pianelli, dei Sergio Rossi, di altri che magari hanno fatto meno e si sono pure rovinati. Questi 19 anni hanno detto tutto: non c'è niente. Se vai a comprare una casa o una macchina ti devi accertare che le cose funzionino, ma dopo 19 anni non c'è un centro sportivo e siamo gli unici in Europa, parlo anche di Serie B”.
C’è il Filadelfia per la prima squadra.
“Ma è piccolo, lo dico con tutto il rispetto e guai a chi me lo tocca perché calcisticamente ci sono nato, però non è un centro sportivo, è un campo di allenamento. Ogni squadra ha bisogno di 4 campi perché con 30 giocatori se fai un'esercitazione con 15, gli altri 15 devono andare in un altro campo, non so se mi spiego, accade così alla Fiorentina, al Milan, all'Inter, dappertutto. E poi gli infortunati dove si allenano? Magari ne hai 5 o 6 e poi arrivano i Nazionali che hanno bisogno di fare un lavoro differenziato quindi si allenano a parte e in contemporanea c’è un gruppo che si esercita sulla fase difensiva e un altro su quella offensiva. E’ come essere in una stanza dove si vogliono far mangiare sedute 50-60 persone è ovvio che non ci stanno. Non parliamo poi delle squadre del settore giovanile che si allenano ovunque e per giocare devi chiedere i permessi. Sinceramente nel 2024 una società messa così come il Toro è una cosa triste, per chi come me e molti altri tifosi vivono di calcio. E poi vai a vedere i risultati sportivi tu vai a vedere cosa ha fatto, la squadra è arrivata quindicesima, tredicesima, decima e non vince un derby da più di 10 anni. Questi sono fatti, non chiacchiere.
E’ arrivato il momento, io non so se Cairo vuole restare, ma ho la sensazione che non voglia vendere e l'ho sempre avuta. Non c'è nessuno che ha richiesto il Toro e non credo che Red Bull l'abbia fatto, tra l'altro non sono le modalità che utilizzano colossi come Red Bull che fanno l'operazione e poi l'annunciano una volta conclusa. Di certo non fanno queste tarantelle e anche Cairo l'ha detto infatti che non c'è stato nulla. Il fondo Pif? Il Toro è l'ultima squadra che andrebbero a prendere perché è in una città scomoda dove ahimè purtroppo c'è un'altra famiglia a cui nessuno vuole dare fastidio, per cui non credo nella possibilità di un acquisto da parte del fondo Pif. Se ci fosse un imprenditore importante, magari appassionato di calcio, piemontese, ma non c'è qualcuno così che abbia a cuore le sorti del Toro. Se Cairo decidesse di rimanere allora dovrebbe dare una svolta e iniziare a fare il Presidente, ma farlo da Toro e comprendere cos'è il Toro veramente. Il Toro è una società unica, particolare, diversa da tutte quindi deve fare e dare qualcosa di più, se vuole veramente rimanere, altrimenti non ha senso. Non ha senso così, vanno bene i conti in ordine, va bene tutto, per carità, ma credo che le idee contino più dei soldi. Ci sono società che hanno meno soldi di noi e stanno facendo meglio, per cui Cairo si deve impegnare di più altrimenti è giusto che lasci perché il popolo granata si è stancato e ha ragione perché, come ho detto prima, non c'è nulla dopo quasi venti anni”.

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