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TMW - Rummenigge: "Perisic ok al Bayern. Ancelotti un grande uomo"

TMW - Rummenigge: "Perisic ok al Bayern. Ancelotti un grande uomo"TUTTO mercato WEB
giovedì 10 ottobre 2019, 18:34Serie A
di Lorenzo Di Benedetto
fonte dal nostro inviato, Alessandro Rimi

Karl-Heinz Rummenigge, ex attaccante dell'Inter, ha parlato durante il Festival dello Sport a Trento. Queste le sue parole raccolte da TMW: “Mi sono sempre comportato bene, il mio idolo resta il presidente Pellegrini. I tifosi dell’Inter venivano da un periodo non facile, non vincevano da tanto tempo. E’ nata un’amicizia con la tifoseria nerazzurra. Anche se, causa infortunio, ho dovuto lasciare il club, il sentimento è rimasto".

Da calciatore a manager?
"Il talento mi ha aiutato con il pallone, ma da dirigente è più complicato. Nessuno può insegnarti nulla, puoi solo osservare dirigenti come Pellegrini. Quando perdi e sei criticato, devi gestire momenti difficili. Il presidente ci invitava a cena, ci faceva sentire parte della squadra. Oggi vedo cartellini costosissimi, una via differente rispetto al passato. Non so se sia quella giusta.

Come sta andando Perisic?
"Lo abbiamo preso per farlo giocare, quando lo fa gli riesce bene. Ha fatto qualche gol. Coman e Gnabry stanno esplodendo, ma Ivan fa sempre bene".

Che ricordo ha di Trapattoni?
"Ha vinto campionato e coppa in Germania, un uomo simpatico e ambasciatore dell’Italia da noi. Fu elogiato da tutti per il suo modo di essere, oltre che per le sue vittorie".

La finale contro l'Inter del 2010?
"Noi eravamo già contenti di essere arrivati in finale, fu una sorpresa per il Bayern che da anni in Champions non faceva molto bene. Van Gaal riuscì a gestire bene il gruppo, ma era chiaro che l’Inter aveva una marcia in più. Meritavano di vincere la coppa. Se l’avversario gioca meglio, non puoi far altro che accettarlo e rispettare il risultato finale".

Com'è andata l'esperienza con Ancelotti?
"È un grande personaggio e un grande allenatore, nella seconda stagione i risultati non furono quelli che la società si aspettava. Carlo è un amico, una persona incredibilmente serena anche nei momenti più difficili. Forse dovevamo aspettare un po’ di più prima dell’esonero. Quasi mi veniva da piangere dopo la comunicazione ufficiale. Dimostrò di essere un grande uomo".

Quali sono stati i difensori più difficili da saltare?
"Vierchowod era molto veloce e duro, ma contro di lui riuscii comunque a fare gol. Gentile tirava delle legnate che ancora oggi ricordo bene. L’Italia? Quando la lasciai, la mia famiglia era cambiata. I soldi e la comodità non sono tutto, esiste anche l’umanità che nel nostro mondo non si vede molto spesso. Ecco questo mi porto dietro dal vostro Paese. L’essere buoni, disponibili e aperti verso la gente".

Ama ancora l’Inter?
"È senza dubbio speciale. Anche il Bayern lo è in Germania, totalmente differente da tutte le altre squadre in Bundesliga. A Milano mi dissero: si nasce e si muore interisti. Il calcio è cambiato nel ‘95 dopo la legge Bosman. Oggi lui è un poveraccio che ha fatto ricco tanti calciatori. Senza quella sentenza, oggi questo sport sarebbe più vero e meno ricco. Club oggi quasi del tutto irrilevanti, un tempo in una giornata buona potevano anche battere squadre come l’Inter".

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