TMW RADIO - Vimercati: "Ora sono in Armenia ma valuto l'Indonesia. Donnarumma il migliore"
Valerio Vimercati, portiere del Noah Yerevan, ha parlato in diretta a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Quest'anno vedo il bicchiere mezzo vuoto: se il secondo posto degli scorsi anni è stato un gran risultato, stavolta ci ha lasciati invece con l'amaro in bocca. Per il Noah però è il secondo anno con un piazzamento europeo e ci siamo giocati il titolo fino alla fine".
Fino alla penultima.
"Eravamo al 99% campioni, invece siamo riusciti a perdere e tra l'altro in malo modo. Con un sacco di errori arbitrali nel secondo tempo... Le scusanti le abbiamo, ma rimane la delusione".
Questo titolo s'ha da vincere?
"Sì, io sono in scadenza col Noah e sono sincero: so che ci saranno evoluzioni, quindi stiamo tutti aspettando. Non so ancora cosa farò, ma deciderò in pochi giorni. Richieste di altre squadre ci sono sempre, vorrei però capire i piani del Noah in merito alla rivoluzione che stanno preparando, se positiva o meno. Se rimango in Armenia, però, è per vincere il campionato".
Che stagione è stata per lei?
"Personalmente molto faticosa e impegnativa. Da febbraio fino a pochi giorni fa, che c'è stata l'ultima partita, togliendo la pausa nazionali si è giocato ogni tre giorni: veramente tosta, perché c'era poco tempo per recuperare. Io come altri compagni ho giocato pieno d'acciacchi, una gran fatica".
La parola d'ordine è accrescimento culturale?
"Per me è un credo. Devo dire che tra le opzioni che sto valutando mi si sono avvicinati dall'Indonesia... Ci sarà da parlare con la società, ma comunque cercherò sempre di continuare il mio viaggio per conoscere nuove culture, facendo sempre quello che mi piace".
Cosa le piace dell'Armenia?
"Sono molto ospitali. La qualità della vita è buona, soprattutto per noi dell'Europa occidentale: c'è un costo della vita molto più basso e ci si riesce a godere al meglio le cose, togliendosi soddisfazioni".
Che sensazioni le ha lasciato la Serie A, invece?
"Quest'anno è stata bellissima, era da un po' che non si vedevano così tante lotte. Bella soprattutto nell'arco di tutta la stagione: c'era il Milan prima, poi la lotta con l'Inter e quindi il duello per la Champions League, ma anche la sfida tra Benevento, Torino e Cagliari per non retrocedere. Questo ha aiutato a mettere in mostra numerosi giocatori, penso sia stata un'ottima stagione, ora speriamo che l'Europeo lo sia altrettanto".
Il "suo" Milan è tornato in Champions.
"Era da tanto tempo che mancava. La presenza di Maldini fa tornare a respirare e far sentire il Milan com'era una volta. Poi, certo, non può bastare un solo dirigente: è un progetto che richiede anni, già partito da tempo. Sono sulla buona strada".
Che ne pensa della vicenda Donnarumma?
"Mi spiace tantissimo. Avendo fatto il settore giovanile coi rossoneri so cosa significhi vestire quella maglia. Bisognerebbe capire cosa c'è dietro... Però da un lato sono contento: il Milan ha una posizione, un club solido e prende decisioni che si fanno rispettare e mettono d'accordo tutti".
Chi il portiere migliore in Europa oggi?
"Donnarumma. La sua continuità è strepitosa, a 22 anni ha già duecento presenze. Ormai è arrivato al livello di portieri come Oblak, Neuer e Ter Stegen, da anni a ripetersi lottando per grandi titoli".
Mai sentito messaggi di responsabilità nel vestire la maglia del Milan?
"Ce lo ripetevano fin da piccoli, anche se facevamo fatica ancora a capire. Poi però c'era quel regolamento interno che, crescendo, ti faceva capire la grandezza del club e delle persone che ti stavano accanto".
Come sta il calcio armeno?
"Sono rimasto sorpreso, la nazionale da quando c'è Caparros si è aperta internazionalmente, hanno accolto tanti oriundi. L'allenatore ha tirato fuori qualcosa di incredibile dal gruppo dei suoi ragazzi. Credo che il motivo dietro alla non convocazione di Mkhitaryan sia perché con due amichevoli Caparros abbia bisogno di provare qualcuno di nuovo. La crescita è giornaliera, io più che aver imparato qualcosa dell'Armenia ho avuto un approccio con un metodo di lavoro diverso, di derivazione russa. Il mio stile è un gran mix, già in Portogallo avevo cambiato qualcosa: è un continuo crescere assorbendo culture".