TMW RADIO - Cani: "Aspetto una chiamata. Gattuso mi ha dato più di tutti, e oggi è maturo"
L'attaccante Edgar Cani, oggi svincolato, è intervenuto in diretta nel corso di Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Sto aspettando di trovare collocazione, e non voglio essere impreparato: mi sto allenando duramente per tornare alla grande".
Come la vive l'attesa?
"L'ho presa come una sfida. Sono stato fermo per infortunio, poi c'è stato lo stop del campionato e una serie di cose che mi hanno penalizzato. Voglio vincerla, spero che una squadra si faccia viva più presto possibile".
Le andrebbe bene la Serie C?
"Assolutamente. So di non avere il coltello dalla parte del manico, non posso pretendere tantissimo ma voglio ripartire, mettermi alla prova e dimostrare di esserci ancora".
Rivede oggi lo stesso Gattuso di Pisa?
"Allora... Sicuramente ha più esperienza, con noi era tanto istinto. Non solo, ma nel tempo ha imparato a gestire certe situazioni, facendo d'esperienza virtù. In quei due anni ci furono tante problematiche, una cosa che tocca sia i giocatori che l'allenatore. Lì era una spugna, oggi lo vedo molto più maturo. Da pochi anni d'esperienza ha già tratto tantissimo".
Cosa pensa della carriera da allenatore di Diana, oggi al Renate?
"In tanti devono provare a scalare le classifiche dalle serie minori. Di Aimo penso che sia un grande professionista, lo è da allenatore come quando giocava: so che lavora tantissimo e fa stare bene i suoi calciatori. Le sue trame di gioco si vedevano già negli anni scorsi".
Chi il più incisivo che ha incontrato in carriera?
"Penso proprio Gattuso. Ho fatto tanti anni di calcio prima di lui, ma ho saputo prendere tantissimo da lui, sia sul lato umano che su quello dell'esperienza, dato che ha vinto di tutto in questo mondo da calciatore. La sua prima dote è l'umiltà, si rapporta alla pari con tutti".
Si aspettava Papu Gomez trequartista?
"Sì, anche quando giocavamo insieme al Catania, e col 4-3-3 di allora si esprimeva benissimo ma senza troppa continuità. Per doti, però, sapeva giocare pure spalle alla porta: quando è stato spostato tra le linee, ha reso al massimo".
Italiano quando ci ha giocato a Padova era già allenatore in campo?
"Io ero molto giovane, ero alle prime esperienze in Serie B anche se ero tra i papabili titolari. Lui scendeva dal Chievo dopo tantissimi anni di Serie A, e in campo in effetti devo dire che non si azzittiva mai!".
Da cosa sono dipese la difficoltà di Maran a Cagliari?
"Maran è una persona molto intelligente, a Catania ho visto in lui lungimiranza nella gestione della squadra, con intelligenza. Metteva carico quando l'ambiente era più spento, ed allentava invece gli animi quando era troppa la pressione. In una carriera si affrontano tanti pericoli, non so che sia successo ma penso sia un bravo allenatore".