TMW - I racconti dei protagonisti: “Io dovrei mettere questa maglia?”. Lentini-Milan, storia dell’affare
Storie di trasferimenti milionari e di campioni. Sessantacinque miliardi, dal Torino al Milan. Con la Juve che aveva provato ad inserirsi. Gianluigi Lentini nel 1992 passò in rossonero, con non poche perplessità. Ma come andò davvero uno primi affari miliardari? ”Il racconto dei protagonisti” per TuttoMercatoWeb.com è dell’avvocato Claudio Pasqualin, che ha accompagnato la carriera professionale dell’ex ala di Carmagnola.
”Anno del Signore 1992, Gigi Lentini scavallava sulla fascia del Torino con una fantasia e una potenza difficili da vedere altrove”, dice Pasqualin. “Le doti di Lentini vennero notate da Milan e Juventus, le società dei due uomini più potenti d’Italia: il Cavaliere Berlusconi e l’Avvocato Agnelli. Tra il Toro del Presidente Borsano e il Milan venne siglato un precontratto ad efficacia differita. Borsano però, sapendo che il contratto avrebbe perso efficacia il 30 giugno, provò a fare il doppio gioco. Arrivammo al 30 giugno, la mattina ci fu una riunione a casa di Boniperti dove mi recai con il mio socio Andrea D’Amico. La Juventus però ci offrì di meno. Il problema era uscire vivi da quella riunione senza firmare. Ci riuscimmo”. Il tempo scorreva, alle 19 sarebbe scaduta l’efficacia dell’accordo. “Scendemmo dalla collina di Torino arrivando nella per mangiare un toast in un bar. Alle 15 chiesi a Gigi di avviarci verso Milano. E intanto Galliani - continua l’avvocato - aveva già chiamato una ventina di volte”.
Tra Lentini e il Milan inizialmente l’amore non decolla. Tutta colpa del Guerin Sportivo. “Nella tasca destra della mia Mercedes Gigi vide una copia del giornale dove era raffigurato Marco Simone e disse: ‘e io dovrei mettere questa maglia?’. Avevo la macchina in riserva, ma non mi fermai a fare rifornimento di carburante per paura di un eventuale ripensamento del ragazzo. Arrivammo a Milano intorno alle 18:20, ci fermammo davanti ad un albergo e chiamai Galliani che ci raggiunse insieme a Braida nel giro di qualche minuto. Facemmo irruzione in hotel - prosegue Pasqualin - e mentre il portiere stava per assegnare una camera ad una coppietta clandestina chiedemmo una sala riunioni. Una volta entrati Lentini chiese la penna, firmò il contratto. Affare fatto. Galliani e Braida riuscirono a depositare il contratto”. Tutto è bene quel che finisce bene. Il problema però, era far metabolizzare la cessione ai tifosi del Torino. “Rai e Mediaset diedero la notizia, dovetti così indire una conferenza stampa. E quella conferenza - conclude Pasqualin - fu turbata da una sommossa popolare non indifferente”. Sostenitori del Toro inviperiti, Pasqualin e Lentini costretti alla fuga in auto. E anche a violare il codice della strada, sfrecciando a tutta velocità e ignorando un semaforo rosso pur di farla franca. Perché oltre alle firme sui contratti e agli ingaggi a molti zeri, nel calciomercato, c’è di più.