Sabato Atalanta-Verona, Zanetti: "Non sono il parafulmine, questo mestiere ha oneri e onori"
Paolo Zanetti, allenatore dell'Hellas Verona, è intervenuto in conferenza stampa a due giorni dalla gara contro l'Atalanta a Bergamo, rispondendo così a chi gli ha chiesto se si sentisse responsabile dopo il ko di Monza: "Non sono il parafulmine, sono l'allenatore e lo sono sempre, sia quando le cose vanno bene sia quando vanno meno bene. Questo mestiere ha oneri e onori, e io difenderò sempre la mia squadra a spada tratta. Sono in trincea con loro, combatto per la mia squadra e la proteggerò sempre, sono fatto così. Ogni giorno lavoro per migliorarmi e per aiutare i miei giocatori a crescere. Riguardando la partita con il Monza ho visto una buona gara, non straordinaria, in cui avremmo meritato almeno il pareggio per gran parte della sfida. Ora però non dobbiamo perdere l'autostima, continuiamo a credere in quello che stiamo facendo, perché il percorso c'è ed è giusto. Noi dobbiamo sempre dare il 110% per fare punti e lo sappiamo, ma se perdiamo dobbiamo farlo a causa della bravura degli altri, non per demeriti nostri, questa è la condizione minima".
Può essere il momento di qualcuno che ha giocato meno fino ad ora?
"Bisogna fare della valutazione anche perché martedì giocheremo subito un’altra partita importante. Sabato incontreremo l'Atalanta, una squadra difficilmente descrivibile per quanto è forte e per la storia che ha fatto il suo allenatore nel nostro calcio. Dobbiamo ragionare gara per gara. Per me i giocatori sono tutti importanti, e tutti devono lottare per il posto e sfruttare le occasioni a disposizione, come hanno fatto Ghilardi, Belahyane e Lambourde. Il campionato ha la sua evoluzione e sono pronto a modificare le situazioni in base a quello che vedo sul campo, che è l’unico parametro che conta veramente”.
Andrete in cerca di maggior equilibrio per riuscire a portare a casa un risultato positivo?
"Noi andiamo in cerca di una grande prestazione dal punto di vista caratteriale e di squadra. Dobbiamo superare alcune ingenuità che commettiamo, perché ad esempio siamo a metà classifica come tiri subiti, ma siamo terz'ultimi per reti prese. Le ingenuità che abbiamo commesso non devono mettere in dubbio ciò che abbiamo fatto finora. Abbiamo bisogno di certezze: andiamo alla ricerca di una grande prestazione per arrivare con la testa giusta anche alla prossima partita”.
Quanto le sue scelte saranno determinate dalla partita che giocherete tre giorni dopo? Farà turnover?
"Ci sono valutazioni da fare al di là del fatto che andrà in campo la formazione migliore possibile. Abbiamo dei giocatori che hanno sottoperformato nell'ultima partita anche perché venivano da sfide da 90 minuti giocate con le Nazionali; non possiamo chiedergli di giocare sei partite in 20 giorni. Faremo dei ragionamenti da questo punto di vista. Cambierò qualcosa probabilmente, ma non sarà turnover. Farò delle valutazioni fisiche per affrontare al meglio questo ciclo di gare”.
Serdar è rientrato, potrà partire titolare?
"Penso che Suat abbia recuperato dall'infortunio e che possa giocare titolare, anche se non è ancora al 100%, ma la forma migliore potrà raggiungerla solo giocando. Sicuramente non ha i 90 minuti nelle gambe. Dovremo dargli il giusto minutaggio anche in funzione della partita di martedì, da Bergamo potrà iniziare a fare questo percorso".
Quanto possono dare a questa squadra Faraoni e Kastanos?
"Kastanos è un giocatore importante per noi, ci dà dinamismo in diversi ruoli e può cambiare le partite anche da subentrato. Giocherà sicuramente da titolare in alcune delle sfide che ci aspettano, mentre su Faraoni sono stato più dispiaciuto che arrabbiato lunedì. Sono coerente e dico che per me meritava dei minuti per quello che mi ha fatto vedere. Sono dispiaciuto umanamente per lui e per l’errore, ma so che reagirà nella maniera giusta e aiuterà la squadra al meglio, sia in campo che fuori. Siamo un gruppo che ha bisogno di stare insieme il più possibile, e quando i ragazzi rientrano dalle Nazionali ho l'impressione che perdiamo delle energie. Non dobbiamo volere tutto subito, ma dobbiamo dare il massimo dal punto di vista dell'impegno e della concentrazione. Il nostro obiettivo è la ricerca della continuità, abbiamo fatto ottime partite e altre meno. Dobbiamo trasformare i nostri pregi in certezze e fare in modo che i nostri limiti vengano oscurati da un lavoro comune, di squadra. Questo vuol dire creare una squadra, dobbiamo lavorare a testa bassa guardando avanti perché possiamo cambiare solo il nostro futuro, non il passato".
Come si ferma l’attacco dell’Atalanta e una punta come Retegui?
"Contro grandi squadre con questi giocatori bisogna giocare uniti con una fase difensiva importante, perché loro portano in gol tanti giocatori. Sono una squadra dinamica con un allenatore che ritengo essere il numero uno. Dovremo fare tanta fatica tutti insieme, andare in campo con un atteggiamento umile, per limitare la coralità dei nostri avversari figlia di un lavoro che va avanti da anni, ben consolidata, mentre noi siamo ad inizio percorso".
La squadra non ha ancora pareggiato, c'è un perché secondo lei?
"A volte ci piacerebbe pareggiare, ma se posso scegliere preferisco vincere qualche partita in più e perderne altre. Penso che comunque anche il pareggio arriverà, perché ogni punto conta. Sono contento che la mia squadra ragioni per vincere, anche rischiando qualcosa, ma dobbiamo essere equilibrati”.