Roma, se funziona, perché cambiare? Ma se serve, chi arriva?

Al termine del campionato mancano appena 10 partite. Dopo le sfide contro Cagliari e Lecce, però, il livello si alzerà. Ad affrontare la Roma saranno le big della Serie A: Juventus, Lazio, Verona, Inter, Fiorentina, Atalanta, Milan e Torino.
Nelle ultime 9 gare disputate, i giallorossi hanno conquistato 23 punti su 27 disponibili, vincendo e convincendo. Tuttavia, questo non è ancora il momento della ‘resa dei conti’, ma piuttosto un banco di prova per capire se il percorso intrapreso, chiaramente in crescita, possa rappresentare una base solida anche per il futuro. Il nodo da sciogliere è se queste fondamenta siano sufficientemente solide per il lavoro del prossimo allenatore.
Attualmente, ogni giocatore sembra rendere oltre le aspettative, grazie a diversi fattori, tra cui la serenità psicologica ed emotiva che Ranieri è riuscito a trasmettere fin da subito alla squadra. Tuttavia, trarre conclusioni definitive su queste basi è ancora prematuro.
Con l'allenatore romano destinato a un ruolo dirigenziale nella prossima stagione (o almeno così sembra), emerge già un interrogativo cruciale: si sta lavorando per individuare un profilo adatto a gestire questa rosa, composta da giocatori da valorizzare, spronare o gestire con attenzione? Oppure si attenderà fino a giugno, lasciando che il tempo o la programmazione Friedkinana la faccia da padrona?
E se invece fosse lo stesso Ranieri, oltre a concentrarsi sul campo, a iniziare a muoversi in ottica dirigenziale per individuare il suo successore…E’ giusto che lo faccia proprio ora? Anche in questo caso, però, i numeri impressionanti ottenuti – dalle 5 vittorie consecutive in Serie A ai 12 risultati utili di fila – porterebbero a una sola conclusione: continuare su questa strada. Perché, qualunque sia la strategia o il metodo, sta inverosimilmente funzionando.
