Pacifici (AIA): "L'inasprimento delle sanzioni a carico dei violenti ha sortito un risultato"
Carlo Pacifici (presidente AIA), ha parlato dall'Aula Magna di Coverciano per la conferenza stampa di fine stagione: “Siamo arrivati al momento finale di un campionato complesso e impegnativi, permettetemi di dire con risultati positivi: sono emersi molti giovani, la nostra associazione ha un ricambio generazionale importante grazie anche al lavoro di Rocchi e della commissione. Siamo in salute, contiamo 33mila associati, recupero rispetto ai 29mila post-pandemia. Di queste oltre 2mila sono donne: per la prima volta abbiamo avuto una terna tutta al femminile in Serie A, ma per noi le donne da sempre sono centrali. Abbiamo 1500 associati di altri paesi, ne rappresentano 114 diversi, c’è una parte multietnica, multireligiosa e multiculturale che abbatte le barriere interne.
Al 31 maggio abbiamo designato 500mila arbitri, 94mila assistenti, 116mila osservatori. Un dato che va migliorato è quello sul doppio tesseramento: dei 33mila associati solo 845 svolgono anche la funzione di calciatore. La percentuale è bassa e questo è un passaggio che dovremo fare: negli altri paesi europei il dato è più elevato, c’è una maggiore interazione tra arbitri e società. Fatemi aprire una parentesi sulla piaga della violenza: abbiamo rilevato 519 casi al 31 maggio, fortunatamente l’inasprimento delle sanzioni a carico dei violenti ha sortito un risultato, perché le violenze gravi sono scese, così come i giorni di prognosi.
Per darvi uno spaccato, la gran parte degli atti sono stati compiuti da calciatori, poi ci sono dirigenti, allenatori compresi, e il resto estranei. Vuol dire che il problema va affrontato all’interno, probabilmente è culturale. Dobbiamo far capire il ruolo dell’arbitro: non un estraneo o un nemico, ma il ventitreesimo giocatore in campo”.