Massimo Mauro: "Niente scuse, torniamo a lavorare sui giovani con impegno e passione"
Intervistato dall'edizione odierna di Tuttosport, Massimo Mauro ha parlato del "Golden Boy": "Mi viene da essere provocatorio. Forse non abbiamo manager come Scuro e ci manca una formazione che possa portare ragazzi di livello a convincere gli allenatori a puntare su di loro? Mmmm... Io penso che se un ragazzo di 18 anni è forte, allora riesce a convincere un allenatore a ottenere spazio. Ma evidentemente in Italia non ce ne sono, di giovani così forti. Infatti la Nazionale di Spalletti ha dovuto ricostruire completamente. Verificheremo se questi nuovi innesti hanno qualità e personalità per diventare giocatori affidabili.
Ecco: 'affidabilità' è la parolina magica. Che tu abbia 30 o 18anni non cambia: devi essere affidabile. Se no, non giochi. I rischi che ha preso la Juventus quest'anno puntando su tanti giovani mi piacerebbe che li prendessero anche altre squadre. Non ha puntato su giocatori italiani, ok, oltre a Savona, ma Giuntoli ha comunque abbassato di molto l'età media della rosa.
Crisi di vocazione in Italia? Eh, quel maledetto aggeggio che è il telefonino non aiuta. Prima giocavamo a pallone, ora si fa altro. Ma mi rifaccio anche alla mia esperienza. Quando avevo 17 anni ho avuto Burgnch e Mazzone come allenatori. Dal punto di vista umano sono stati fondamentali. Poi come compagni ho avuto Sabadini e Ranieri. Sono stato costruito da queste persone. Oggi non so che esempi ci sono. E penso anche a un'altra cosa: classicisticamente in Italia c'era il meglio del calcio mondiale. Dobbiamo tornare ad essere attrattivi se vogliamo crescere ragazzi bravi, giovani capaci di giocare nelle grandi squadre e in Champions, in Nazionale. Niente scuse, torniamo a lavorare sui giovani con impegno e passione".