Leao di qua, Leao di là: non è Mbappé e lo si sa, ma se Pioli lo fa giocare così è l'ultimo dei colpevoli
In queste ultime settimane il Milan ha fatto tanta fatica a giocare bene, a segnare e, di conseguenza, a vincere. Sono tanti gli uomini sul banco degli imputati e tra questi c'è anche, in maniera oggettivamente un po' sorprendente per l'eccesso di opinioni negative, Rafael Leao. L'attaccante portoghese non segna o fa assist dal 30 settembre contro la Lazio, ma il tutto va contestualizzato.
La situazione
Al di là dei gol sbagliati dai compagni (si veda, per esempio, la gran palla data a Chukwueze in Borussia Dortmund-Milan), ciò che è stato evidente nella brutta sconfitta dei rossoneri a San Siro contro l'Udinese è che il portoghese sia, in questo momento, l'unico a portare la croce delle azioni offensive del Milan. Lo schema è il palla-a-Leao che poi, trovandosi sempre raddoppiato o addirittura triplicato, ha sempre l'arduo compito di scattare, dribblare, ri-scattare per poi fare la scelta giusta verso la porta o verso i compagni, mentre questi aspettano il pallone fermi in mezzo all'area di rigore. È una situazione che si è verificata spesso contro l'Udinese: Leao isolatissimo a sinistra senza una mano dal terzino o dalla mezzala, tutti gli altri ad aspettare una sua magia.
La soluzione
Non è, ovviamente, così che il Milan può puntare a vincere lo Scudetto o a ribaltare la situazione nel girone di Champions League. Sappiamo benissimo che Leao non sia Mbappé - a proposito del confronto di domani contro la squadra della stella francese - ma neanche un grandissimo campione alla Mbappé può sempre far vincere le partite da solo nella situazione tattica prima descritta come viene chiesto a Leao. È altrettanto evidente che anche il portoghese possa fare di più in alcune situazioni, ma chi deve fare di più è Pioli nell'esaltarlo e i compagni nel dargli la possibilità di essere decisivo.