La diversa filosofia del Venezia che non ha paura di retrocedere (ma acquista)
Il Venezia rispetto a tante altre squadre che potevano rappresentare la Cenerentola della nostra Serie A ha deciso di lavorare sul mercato in maniera diversa. Niente prestiti, ma investimenti, un po' sul filone di quanto fatto da Krause con il Parma. In questo senso è una rivoluzione abbastanza chiara e decisa, basti prendere in considerazione come termine di paragone il Frosinone della scorsa stagione che, in questo momento, era la sorpresa dell'inizio. Tanti prestiti, da Cuni a Ibrahimovic, passando per Soulé oppure Barrenechea, Turati e Okoli. Alla fine l'unico che è ha portato nelle casse denaro sonante è stato Marco Brescianini, preso gratis con il 50% della futura rivendita in favore del Milan e venduto a 12 milioni.
I veneti invece hanno puntato su una filosofia molto differente, anche nuova in un certo senso. Da Oristano a Yeboah, passando per Nicolussi Caviglia - in prestito sì, ma con obbligo di riscatto - Schingtienne, Altare e Doumbia, infine Segrado. Certo, ci può anche essere un certo tipo di scommessa nel puntare su certi giocatori, ma dall'altro lato non è nemmeno detto che non ci possano essere ricche plusvalenze, proprio sul filone di quanto successo con Brescianini al Frosinone.
In ogni caso, anche per una retrocessione, la sensazione è che il Venezia voglia costruire un gruppo e non rivoluzionare per forza in caso di retrocessione in Serie B. Per ora, almeno sarebbe in piena zona calda, ma attaccato al treno salvezza. Non era scontato, visto che a tre distanze c'è l'Empoli undicesimo in classifica.