L'attacco del Genoa parla (italo)argentino: ecco Retegui, resoconto e retroscena della trattativa

Il Genoa e il Sudamerica. Un legame unico, indissolubile. Dai migranti genovesi che fondarono il Boca Juniors ai tanti attaccanti provenienti da Uruguay e Argentina che hanno vestito la maglia rossoblu. L'ultimo nella lista è Mateo Retegui, a dire la verità italo-argentino per via di un nonno di Canicattì che gli ha permesso di ottenere in un colpo solo nazionalità italiana e convocazione in azzurro. Arriva, neanche a dirlo, dagli Xeneizes anche se ha disputato l'ultima stagione in prestito al Tigre con cui si è laureato capocannoniere nel 2022. Il suo approdo oggi nella città della Lanterna dopo una breve apparizione ieri per le visite mediche. "Sono molto contento di essere qui con voi, é una grande opportunità per me, è un onore essere qui, ci vediamo presto" le sue parole fuori dalla Casa della Salute.

Il ruolo del dg
Una trattativa complessa, come spesso può capitare in sede di mercato, ma alla fine condotta con tenacia dalla società più antica d'Italia che ha voluto con convinzione la punta. Protagonista centrale nella vicenda, il direttore generale corporate del Grifone Flavio Ricciardella che giorno dopo giorno, e anche con qualche notte in bianco, è riuscito a strappare alla concorrenza il volto nuovo della Nazionale di Roberto Mancini. Tutto è iniziato quel 7 luglio quando si è diffusa la notizia dell'interessamento genoano al giocatore poi lunedì scorso, dopo la sfida di Copa Sudamericana, il suo arrivo in Italia. Un contratto quinquennale fino al 2028 mentre ai gialloblu d'Argentina andrà una cifra pari a 12 milioni di euro più bonus.

Domani la presentazione
E domani sarà il Retegui-day. Alle ore 15 al Genoa Store and Museum nella cornice suggestiva del Porto Antico quando l'attaccante incontrerà i media nella conferenza di presentazione. Quattro ore più tardi, alle 19, nella centralissima piazza De Ferrari il nuovo innesto della formazione di Alberto Gilardino sarà a disposizione dei tifosi per foto e autografi. Un modo per abbracciare, anche solo idealmente, la nuova realtà e il suo nuovo pubblico che non sta nella pelle. Dando poi appuntamento sul terreno di gioco per tornare a fare quello che sa fare meglio. Il gol, per tornare a far volare alto il Grifone.