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Kean: "La Juve mi ha insegnato molta disciplina. Un sogno quando andai in prima squadra"

Kean: "La Juve mi ha insegnato molta disciplina. Un sogno quando andai in prima squadra"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca 2024
Oggi alle 15:00Serie A
di Alessio Del Lungo

Moise Kean, attaccante della Fiorentina, ha ripercorso nell'intervista rilasciata al New York Times alcune tappe della sua carriera, tra cui anche la più importante di tutte, quella alla Juventus: "Arrivi alla mia età, ho 24 anni, e ci sono momenti in cui parlo con i miei compagni e dico: 'Ho già fatto tutto'. Non necessariamente nel calcio, ma nella vita rispetto ad altri ragazzi sui 25 anni. La Juventus mi ha insegnato molta disciplina. Mi hanno preso dal nulla. Ero un ragazzo di strada e mi hanno insegnato molto. Ho lasciato casa presto e loro erano più di una famiglia per me. Mi hanno buttato in prima squadra a 16 anni ed è stato un sogno".

All'Everton non è andata come si immaginava.
"Di tutte le esperienze che ho avuto, non mi sentirete mai dire di averne avuta una brutta. Trovo aspetti positivi in ​​tutte. Se non avessi trascorso quell'anno all'Everton, non avrei imparato le cose che ho imparato lì. Sono stato un po' sfortunato. Sono andato lì pensando di giocare un po' di più, avevo 19 anni. Sono arrivato dalla Juve e pensavo di fare scintille. Purtroppo non è andata così. Abbiamo cambiato tre allenatori quell'anno e mentalmente... Era tutto nuovo per me. Ero in Inghilterra, era un ambiente nuovo".

L'esperienza al PSG invece è stata positiva anche a livello numerico, la migliore della sua carriera finora.
"Si può imparare solo stando accanto a campioni come Mbappe e Neymar. Anche se non vuoi imparare, solo guardandoli, impari. Anche se dovessi pensare, 'Non c'è niente che io possa prendere da loro'. Li guardi e vedi cose che non sono normali e pensi tra te e te: 'Voglio provare a farlo'. Sono stato davvero fortunato a giocare con loro e mi hanno insegnato molto, soprattutto proprio Mbappé e Ney. Non erano solo loro. C'erano altri come Leandro Paredes, Marquinhos e Presnel Kimpembe. Sapevano che non era andata bene per me all'Everton e mi hanno aiutato. Ti giuro che erano persone fantastiche, di cuore. Ho sentito l'amore intorno a me e ho fatto bene per questo. Solo mostrandomi l'80 percento di quello che facevano ogni giorno mi ha fatto desiderare di fare bene. Quando hai persone intorno a te che si preoccupano per te e credono in te, significa molto".

Clicca qui per leggere l'intervista completa a Moise Kean.

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