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Inter, l'attacco piange. Lukaku non è ancora tornato, Dzeko si è spento: futuro a rischio

Inter, l'attacco piange. Lukaku non è ancora tornato, Dzeko si è spento: futuro a rischioTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
lunedì 20 marzo 2023, 12:21Serie A
di Ivan Cardia

Tre gol nelle ultimi dodici giornate di campionato. È il bottino dell'attacco dell'Inter da inizio 2023, escludendo Lautaro Martinez. L'argentino si è inceppato contro Juventus e Spezia, inoltre in Champions League resta fermo all'unica rete siglata nel 3-3 di Barcellona, ma in generale ha tirato avanti la carretta negli ultimi tempi: sette gol da inizio anno in Serie A, difficile imputare al Toro un calo di rendimento che non c'è stato.

Lukaku e Dzeko. Discorso diverso se si guarda ai due centravanti a disposizione di Simone Inzaghi. Romelu Lukaku è risultato determinante nel doppio confronto europeo col Porto, ma i suoi numeri restano lontanissimi da quelli che si aspettava l'Inter in estate. Sono appena due le reti segnate in Serie A nel nuovo anno, tre quelle complessive in questo campionato: Big Rom, infortuni a parte, non c'è. Edin Dzeko, viceversa, è rimasto al palo da inizio gennaio. Dopo una prima parte di stagione travolgente, l'ultimo gol del bosniaco in campionato risale all'illusoria vittoria col Napoli del 4 gennaio. Al bottino si può aggiungere la marcatura araba al Milan in Supercoppa, ormai due mesi fa. Da lì in poi, nessun segnale di vita dal pianeta Dzeko.

Futuro in bilico per Lukaku… La sterilità offensiva dei due, in un rapporto di causa-effetto circolare con le difficoltà dell'Inter, diventa un tema anche pensando a lunga scadenza. Non così tanto lunga, a ben guardare: Lukaku è in prestito secco dal Chelsea, Marotta ha già ricordato che a fine stagione tornerà ai Blues e poi si vedrà. Non è una considerazione casuale: se alla data dell'1 luglio il belga sarà un giocatore del club inglese, l'Inter perderà la possibilità di accedere ai benefici del decreto crescita. Dettaglio dal peso non marginale, vista la precaria sostenibilità dei conti nerazzurri. Il messaggio nella bottiglia si decifra rapidamente: a oggi, Lukaku non ha fatto abbastanza per convincere viale della Liberazione a fare sacrifici. E i 26 milioni di euro lordi che la società spende per un anno di prestito questo sono, un sacrificio fatto e finito.

… ma anche per Dzeko. La prima parte di stagione dell'ex Roma aveva fugato qualsiasi dubbio anagrafico. Il bosniaco ha compiuto 37 anni tre giorni fa, i sette gol nel girone d'andata - più tre nel girone Champions - facevano passare il dato in secondo piano. Superato il mondiale, la carta d'identità è tornata a essere un argomento. La trattativa già imbastita per arrivare al rinnovo, a cifre diverse da quelle attuali e da quelle che arriverebbero da campionati più esotici, ma comunque tali da far pensare a una permanenza, anche perché Dzeko a Milano sta bene, è diventata all'improvviso molto più incerta. Anche perché la richiesta del giocatore, che vorrebbe un biennale per accettare un sostanziale taglio al proprio stipendio, è più complicata da soddisfare visti questi numeri. Con la Juve, per la cronaca, è tornato Joaquin Correa, oggetto misterioso non certo da ieri: pure il futuro dell'argentino è tutto fuorché sicuro. Nel suo caso, però, una decisione dell'Inter non basterebbe: servirebbero offerte. Resta solo il totem Lautaro, a meno che, col valore di Dumfries e Brozovic a picco, l'Inter non sia costretta ad ascoltare qualche sirena pure per l'intoccabile 10 argentino.

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