Il doppio standard della FIGC: 5 giorni per il dopo Mancini, mentre l'Italdonne è in alto mare
Se per nominare il nuovo ct della Nazionale maschile ci sono voluti appena cinque giorni dall’addio, inatteso, di Roberto Mancini all’annuncio di Luciano Spalletti, per il quale bisogna però ancora trovare l’accordo con il Napoli vista la presenza di una clausola di rescissione nel contratto che legava il tecnico toscano ai partenopei, per quanto riguarda la Nazionale femminile è ancora buio pesto. E dire che l’annuncio dell’ex ct Milena Bertolini è arrivato lo scorso sei agosto e da un anno a questa parte si sapeva che dopo il Mondiale si sarebbe dovuto provvedere a un cambio di guida tecnica.
Finora si sono inseguiti nomi e ipotesi più o meno credibili: da Attilio Lombardo e Chicco Evani, ex assistenti di Mancini, passando per Paolo Nicolato, fresco d’addio all’Under 21,Andrea Stramaccioni, Carmine Gautieri e Roberto Donadoni, tutti senza esperienza nel mondo femminile, con solo gli ultimi due che hanno tenuto una porta aperta alla soluzione azzurra, mentre tutti gli altri hanno declinato la proposta. A questi si aggiungono le suggestioni Alessandro Spugna, Joe Montemurro e Rita Guarino, tutti però impegnati con club di Serie A come Roma, Juventus ed Inter, e infine sullo sfondo quella Patrizia Panico, ex della Fiorentina, che però non sembra convincere del tutto la FIGC che la vedrebbe più come eventuale vice del nuovo ct.
Quel che è certo che se sul fronte maschile la celerità l’ha fatta da padrone, per il femminile si procede con grande calma – anzi troppa calma – nonostante si arrivi da un altro torneo negativo, il Mondiale dopo l’Europeo di un anno fa, con polemiche annesse e ci siano già impegni importanti in vista come la neonata Nations League che vedrà fra l’altro le azzurre impegnate in un girone pressoché impossibile con le campionesse del Mondo della Spagna, la Svezia arrivata terza al torneo iridato e che nel girone ha distrutto l’Italia con un netto 5-0, e un Svizzera da non sottovalutare. Non certo l’ideale per ripartire con un nuovo corso, con tante giovani da far crescere, che possa non solo confermare la crescita del movimento dell’ultimo quadriennio, ma anche alzare ulteriormente l’asticella.
Da un anno si sa che l’Italia Femminile avrebbe dovuto cambiare guida tecnica, con la ct Bertolini che fra l’altro era anche a scadenza di contratto, e il fatto che in tutto questo tempo non si sia pensato a una soluzione valida è solo un’aggravante per la FIGC che, dopo aver varato un passaggio epocale come il professionismo, non sta riuscendo a sostenere adeguatamente la crescita di un movimento ancora acerbo che ha bisogno dei giusti correttivi prima di poter correre sulle proprie gambe. Serve imprimere una accelerazione importante, trovare un profilo che sia non solo d’alto profilo, ma anche capace di gestire una squadra femminile – che ha dinamiche diverse da quella maschile – a cui affidare la squadra. Il tempo stringe, anzi forse siamo già oltre tempo massimo. Perché il calendario dice che fra un mese ci saranno i primi impegni ufficiali contro Svizzera (22 settembre) e Svezia (26 settembre).