I limiti del Parma restano gli stessi: così si retrocede, urge una soluzione
E' un inizio di settimana amaro per i tifosi del Parma. La sconfitta di ieri contro l'Hellas Verona è forse la più dolorosa di questo campionato. E' un passo falso che preoccupa e non poco, non per il singolo risultato in sé, ma per come è arrivato. Il Parma infatti ha ripetuto i soliti errori, trovando l'ennesima sconfitta tra le mura amiche in uno scontro diretto, come già successo troppe volte in questa stagione. Una delusione cocente, soprattutto perché nelle ultime uscite qualche passo avanti si era intravisto proprio sul piano della maturità e della gestione dei momenti. L'illusione era arrivata soprattutto a Venezia, quando il Parma era riuscito a vincere uno scontro diretto sporco, equilibrato e di lotta, co grande testa e mentaità.
Alla prova del nove invece, il Parma ha buttato via la gara, resuscitando un Verona in piena crisi e confermando gli stessi difetti già visti più volti. Difetti che forse a questo punto possiamo chiamare limiti e fanno scattare un campanello d'allarme. Se dopo la sconfitta contro l'Inter erano state giustamente risparmiate critiche ingenerose, il crollo di ieri invece cambia tutto e riporta sconforto nell'ambiente. A San Siro, la squadra di Pecchia si era dovuta piegare alla netta superiorità dell'avversario. La sconfitta era stata accettata, a patto di vincere contro il Verona. Con un successo, la squadra di Pecchia avrebbe messo fieno in cascina, allungando sulla zona retrocessione. Il risultato era pienamente alla portata ma quando si gioca così contro le piccole si perde. Per salvarti hai bisogno di fare il risultato contro le squadre che lottano con te per salvarsi. Altrimenti si retrocede, senza grandi giri di parole.
Ieri i tifosi per la prima volta hanno fischiato e aspramente criticato la squadra a fine gara, comprensibilmente come anche evidenziato da Sohm in conferenza stampa. Questo perché il Parma, soprattutto al Tardini, è recidivo: un solo punto conquistato in casa negli scontri diretti, arrivato in rimonta contro l'Empoli. Poi le sconfitte contro Udinese, Cagliari, Genoa e infine Hellas Verona, per un totale di 11 gol subiti in 5 partite. Troppi pochi punti e troppi gol concessi per una squadra che invece dovrebbe conquistare i punti salvezza nel fortino di casa. Il copione visto ieri è stato il solito: il Parma fatica a rendersi pericoloso quando attacca, arriva negli ultimi venti metri senza idee e sbaglia le ultime scelte. La formazione avversaria aspetta e alla prima distrazione grave della difesa crociata punisce. Oggi il Parma ha subito tre gol tutti evitabilissimi, pagando a caro prezzo errori individuali oltre che sbavature di reparto.
Davanti invece è stato fumoso, senza idee e con pochissime trame di gioco interessanti. Quando poi quello che dovrebbe l'attaccante di spicco, Dennis Man, si divora due occasioni d'oro calciando male, diventa difficile far girare gli episodi e i momenti della gara a proprio favore. Da evidenziare anche il fatto che contro le squadre piccole, l'assenza di Bernabé risulti ancora più pesante. Contro squadre che non ti concedono spazi, diventa fondamentale la capacità del catalano di servire i compagni tra le linee, ripulire i palloni in uscita dalla difesa e dettare i tempi. Senza di lui, il Parma fatica enormemente e il possesso palla spesso diventa sterile e senza idee. I soliti problemi, che si ripropongono ciclicamente e che la squadra sembra non riuscire a risolvere. Così non ci si salva, c'è bisogno di evitare amnesie difensive, saper gestire queste partite e ritrovare brillantezza in fase offensiva. Servono soluzioni, urgentemente.