Lukaku e la profezia di Jacobs: "Non c'erano dubbi"
Ariel Jacobs da Vilvoorde, Belgio, è stato l'uomo che per primo, sul campo da gioco, ha creduto in Romelu Lukaku. Vincitore alla guida di quell'Anderlecht di due Campionati, due Coppe e una Supercoppa, Jacobs lanciò Lukaku a 16 anni tra i titolari. E da lì non se ne andò più. Ad agosto a Tuttomercatoweb.com, l'allenatore disse in risposta alle critiche. "Romelu lento? Vedrete quanto segnerà!". Profezia avverata. "Non puoi mai dirlo però quando parli di Romelu parli della sua ambizione -ribadisce Jacobs oggi su queste colonne-. La sua caratteristica è quella di voler far sempre meglio e lo sta facendo. Eppure al suo arrivo c'erano perplessità, ha ricevuto critiche quando ha lasciato lo United: non ha mai reagito con rabbia bensì con positività e voglia di far ricredere gli scettici".
Think positive, sembra il suo motto.
"E' un ragazzo positivo.
Vede il mondo nel modo giusto, è un motivatore e vuol sempre fare meglio".
Le critiche non gli sono mancate, con lo United.
"Alcune critiche sono normali, alcune sono state anche oggettive vedendo delle gare giocate. Però adesso è in un club che crede in lui al 100%, adesso può realizzare il sogno di diventare campione anche fuori dal Belgio".
E' tra i migliori nove al mondo?
"Certo, dire a che punto sia è impossibile. E' difficile comparare le punte, è sempre complicato ma hanno una cosa in comune. Vengono criticati perché quando segnano dicono che dovrebbero prendere parte al gioco ma la cosa più difficile è segnare e dovrebbero giudicarlo in base a quello".
In Inghilterra criticavano il suo primo tocco...
"Non è Messi, ha qualità che lo devono portare a segnare. E segna. Quindi, che problema c'è?".