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L'ex presidente del Real: "Inter, ti racconto quando ho venduto Ronaldo al Milan"

ESCLUSIVA TMW - L'ex presidente del Real: "Inter, ti racconto quando ho venduto Ronaldo al Milan"
martedì 7 dicembre 2021, 08:00Serie A
di Giacomo Iacobellis
fonte Dall'inviato a Madrid, Giacomo Iacobellis

Prima membro della Junta Directiva (2001-2006) e poi presidente (2006-2009), nelle vene di Ramón Calderón scorrerà sempre sangue merengue. È stato proprio lui, d'altronde, a ricostruire e riportare al successo il Real dei primi anni 2000, formando una rosa piena di stelle. Per TuttoMercatoWeb.com, in esclusiva nella sua Madrid, abbiamo avuto il piacere di intervistarlo in vista del big match di questa sera contro l'Inter. Il risultato? Una chiacchierata a 360° tra calcio giocato e anche tanto, tanto calciomercato.

Calderón, che partita si aspetta stasera al Bernabéu? Chi crede che sarà alla fine il leader del Gruppo D?
"Non sarà facile per nessuna delle due, anche se è logico pensare che il Real possa essere il favorito visto il successo dell'andata e il fattore campo del ritorno. Inoltre, gli ultimi risultati hanno dimostrato che la nostra squadra vive un ottimo momento e le vittorie contro dirette concorrenti in campionato come Siviglia e Real Sociedad hanno aiutato i giocatori a rafforzare la fiducia in loro stessi. Tuttavia, anche l'Inter sta dimostrando grande solidità negli ultimi incontri, con quattro vittorie consecutive in Serie A, 10 gol segnati e un importante 3-0 a Roma. Stasera mi aspetto quindi una partita equilibrata e dal risultato incerto".

Il Real Madrid quest'estate ha trattato Allegri e Conte, ma alla fine ha scelto Ancelotti: cosa pensa del ritorno di Carletto? La sua squadra vincerà LaLiga 2021-22?
"Ancelotti è un grande allenatore. Conosce molto bene la filosofia del nostro club e, oltre a essere un maestro di calcio, sa gestire giocatori di alto livello. A Madrid non hanno trionfato allenatori eccessivamente autoritari, bensì coloro che, pur richiedendo molto nel lavoro quotidiano, non hanno imposto i propri criteri al di sopra della ragione e del buon senso. Inoltre Carlo è un tecnico che non cerca eccessivo protagonismo e questo è molto importante in un grande club. Sa resistere bene alle pressioni, valore aggiunto quando sei al comando di una squadra come il Real Madrid, in cui vincere è un obbligo e i cui tifosi sono molto esigenti. Per quanto riguarda LaLiga, ci sono ancora troppe partite da giocare prima che si concluda ed è troppo presto per azzardare pronostici, ma è vero che oggi la situazione è molto favorevole in quanto siamo già riusciti a prendere un buon vantaggio rispetto ai nostri rivali".

Oggi il Real ha un bel mix formato da giovani talenti ed esperti campioni. Qual è, fra i suoi numerosi colpi di mercato, l'acquisto che Calderón ricorda con maggiore orgoglio?
"Per i risultati raggiunti, sia personalmente che collettivamente, aver portato Cristiano Ronaldo al Real Madrid è stata una scommessa vinta e un indubbio successo. Io però non ho avuto alcun merito, ho fatto quello che qualsiasi presidente avrebbe fatto al mio posto. Era un'occasione unica che non potevamo perdere e, sebbene non sia stato facile convincere il Manchester, la decisione del giocatore ha reso le cose molto più facili. A quel tempo si pensava che pagare la cifra di 94 milioni di euro, che ho concordato io stesso con lo United, fosse eccessivo, ma - udite, udite - quello si è rivelato il colpaccio più economico della nostra storia. Ho anche ottimi ricordi di Fabio Cannavaro e Ruud Van Nistelrooy, con i quali continuo a mantenere un rapporto a distanza. Due esempi come giocatori e come persone, che ci hanno aiutati molto, in campo e negli spogliatoi, a vincere due campionati consecutivi dopo tre anni senza aver conquistato alcun titolo".

Ci racconta un aneddoto su una delle sue tante trattative coi club italiani? Magari la cessione dell’ex Inter Ronaldo al Milan nel 2007…
"Fu un peccato dover vendere Ronaldo, ma i nostri tecnici consigliarono di farlo a dicembre e Adriano Galliani, che aveva già provato a ingaggiarlo nel giugno dello stesso anno, colse subito l'occasione. L’operazione Cannavaro-Emerson è stata più facile perché è avvenuta nella stagione in cui la Juve è stata sanzionata con la retrocessione: né il club bianconero poteva permettersi più quegli ingaggi né giocatori del loro livello erano disposti ad accettare di andare in Serie B".

Come vede oggi il campionato italiano? È sorpreso dai risultati della Juve senza Cristiano Ronaldo?
"La Serie A è sempre stata un campionato molto competitivo, con club che sono un punto di riferimento nel calcio mondiale e con tifoserie davvero appassionate. In questa stagione sembra che Milan e Inter siano le migliori candidate allo Scudetto, anche se il Napoli non è da escludere. La Juve non è al meglio, ma è sempre una squadra da tenere in considerazione. Senza dubbio la partenza di Cristiano non l'ha favorita. CR7 è un giocatore che dà moltissimo alla compagine per cui gioca, non solo per i gol che segna, ma anche per il suo spirito competitivo che contagia i compagni".

Chiosa inevitabile sul progetto Superlega, al quale si è detto più volte profondamente contrario
"La Superlega è stata un grave errore, sia per il momento in cui è stata annunciata, con molti club che soffrono i gravi effetti della pandemia e lottano per sopravvivere, sia per il modo in cui è stata resa nota. Ecco perché è durata 48 ore... Un progetto che dovrebbe essere il più importante della storia del calcio mondiale non può vedere la luce, a mezzanotte, con una semplice dichiarazione sulle pagine web dei club fondatori e senza alcun dettaglio o spiegazione. Si è dimostrato che non era maturo e si basava sull'improvvisazione, con l'unico obiettivo che i club coinvolti ricevessero immediatamente una somma di denaro molto importante, garantendo a vita la partecipazione alle coppe europee senza alcun merito. Nel calcio, come nella vita, né può né deve essere ottenuto un premio che non sia figlio del merito e del lavoro svolto per ottenerlo. Se, inoltre, anche terze parti ne risultano danneggiate, il rifiuto deve essere totale. Dal mio punto di vista, il progetto Superlega ha rappresentato un atto di disprezzo per il resto delle squadre e per il mondo del calcio in generale".

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