Juan Iturbe: "Il mio sogno è tornare a giocare in Italia. Non sbaglierò più"
Juan Iturbe in questo momento è in Messico. Ha iniziato a febbraio la sua avventura al Pachuca dopo esser stato a un passo dal Genoa. A fine gennaio, il calciatore nato a Buenos Aires ha svolto le visite mediche col club di Enrico Preziosi: poi, al momento della firma, tutto è saltato. "Ma io ringrazio comunque il Genoa per l'interessamento", ha detto ai nostri microfoni.
Lo raggiungiamo telefonicamente in Messico. Anche lì, come nel resto del mondo, il campionato è fermo. Non c'è il lockdown come in Italia ma lui resta a casa, anche grazie ai consigli di chi in questo momento si trova in paesi dove la situazione è ben peggiore. "Il paese non è in lockdown, ma abbiamo comunque fermato tutto. Il consiglio è quello di restare a casa e io e la mia famiglia lo stiamo rispettando. Anche perché so cosa sta accadendo nel resto del mondo".
In Italia hai tantissimi amici che ti hanno potuto raccontare la situazione.
"Mi dispiace molto per quello che sta accadendo in Italia. Ho sentito tante persone in questi giorni: Paredes a Parigi, Paulo Dybala a Torino prima della notizia della sua positività...".
E dopo?
"Gli ho mandato un messaggio, gli ho dato coraggio perché so che lui ne ha bisogno. Paulo è un mio caro amico, è una persona introversa, un po' come me".
In Italia, di questi tempi, dovevi esserci anche tu.
"Si, dovevo andare al Genoa. Poi dopo le visite mediche è saltato tutto".
Il Genoa prima liquidò il mancato accordo parlando di problema economico, poi di problema fisico.
"La verità è che quando sono sbarcato in Italia non avevo ancora un accordo al 100%. Il Genoa mi fece arrivare in Italia perché convinto che sarebbero usciti altri attaccanti. Invece, l'ultimo giorno erano ancora tutti lì e alla fine non abbiamo raggiunto l'accordo. Mi è dispiaciuto davvero tanto, ero tornato in Italia con tutti i miei bagagli e invece...".
Nessun problema fisico, quindi.
"Ma va, una settimana dopo ero di nuovo in campo in Messico. Andato via da Genoa, ho trovato una nuova squadra sempre in Messico e mi sono trasferito al Pachuca. Non avevo alcun problem fisico".
Ritorno in Italia solo rimandato?
"Io spero proprio di si, voglio tornare a giocare in Serie A".
Hai già giocato nell'Hellas Verona, nella Roma e nel Torino.
"Alla Roma sono rimasto molto legato, ho trascorso due anni e mezzo bellissimi. Anche di Verona ho ricordi straordinari: una grande stagione. Un po' meno esaltante l'avventura al Torino, lì sono rimasto solo sei mesi".
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"I primi mesi sono stati molto belli, all'altezza delle aspettative. Poi non ho avuto molta fortuna, a causa di qualche infortunio di troppo ma non solo: ammetto che anche io ho commesso degli errori, a volte non c'ero con la testa".
Dovevi essere alla Roma quello che è stato Dybala per la Juventus.
"E' vero, ma non è la stessa cosa. A Roma c'è più pressione, non è come giocare a Torino: il tifo è più caldo. Non vincono lo Scudetto dal 2001 e ogni anno partono con l'obiettivo di provare a fronteggiare proprio i bianconeri. Non è facile".
Potendo scegliere: in quale squadra di Serie A giocheresti?
"Mi piacerebbe molto tornare a giocare all'Hellas Verona o alla Roma".
Con una testa diversa, però.
"Senza dubbio. Ora ho 26 anni, una famiglia. Ho imparato dai miei errori e sono un giocatore più maturo. Se torno in Italia, so che non posso più sbagliare".
Qual è il più grande giocatore con cui hai giocato.
"Per mia fortuna, ho giocato con tanti campioni. Ma se devo fare due nomi, dico Totti e De Rossi".
Qual è il più grande sogno ancora da realizzare?
"Non ho dubbi, tornare a giocare in Serie A e restare in Italia per tanti anni. E' la mia seconda casa".