Di bello il derby e poco altro: il Milan di Fonseca, a -13 dall'Inter e in costante pressione
Era già tutto previsto, direbbe Riccardo Cocciante. Perché fin dall'inizio la storia tra Paulo Fonseca e il Milan non sembrava esser nata sotto una buona stella. Basti pensare ai tifosi, che ancor prima che arrivasse l'allenatore portoghese avevano provato a convincere la società che quella non sarebbe stata la scelta buona, che sarebbe stato meglio puntare su Antonio Conte, un vincente conclamato. Invece la dirigenza rossonera ha scelto lui, l'ex Roma, nominato allenatore del Milan il 13 giugno 2024, con un contratto triennale a partire dal 1º luglio ma una clausola di esonero. "Se ti cacciamo entro sei mesi, non ti paghiamo per tre anni". Non il massimo della fiducia per un nuovo allenatore.
Durante la sua gestione, il Milan ha mostrato un rendimento altalenante. In campionato, la squadra ha ottenuto 27 punti in 17 partite, posizionandosi all'ottavo posto, a 14 punti dalla vetta e a otto punti dalla zona Champions League. Nonostante alcune vittorie di prestigio, come quella nel derby contro l'Inter il 22 settembre, che ha interrotto una serie di sei sconfitte consecutive nei confronti cittadini, la squadra ha faticato a trovare continuità nei risultati. In Champions League pure un avvio complicato, ma poi s'è ripreso. In campionato è a ben 13 punti dall'Inter, troppi ora che non siamo neanche alla fine del girone d'andata. Dal punto di vista del gioco, poi, in tanti storcono il naso: troppo arioso, troppi spazi concessi.
Insomma, tutto troppo. E il troppo storpia. Le difficoltà incontrate hanno portato a crescenti pressioni sull'allenatore portoghese, culminate con la sua sostituzione. Da ieri sera Fonseca non è più l'allenatore del Milan, che continuerà a parlare portoghese con Sergio Conceiçao, con la speranza che i risultati siano migliori rispetto al suo predecessore.