Calcagno: “Gravina-ter, aria nuova. Si gioca troppo: così il calcio diventa più scadente"
Gabriele Gravina è stato rieletto a inizio settimana presidente federale con un plebiscito. Un segnale di continuità, ma anche di responsabilità. Umberto Calcagno, presidente AIC e vicepresidente FIGC, sottolinea a Tuttosport: "Abbiamo individuato la persona giusta, ora il compito difficile sarà supportarlo. Ma vedo un clima diverso: finora è mancato il dialogo".
Tra le priorità c’è il rilancio del movimento calcistico italiano, a tutti i livelli: "Abbiamo contrapposto filiera e competitività delle big - sostiene Calcagno - ed è stato un errore. La nazionale e le mission di Serie B e C non devono competere con gli obiettivi internazionali delle grandi".
Tra i temi sollevati da Gravina nell'assemblea elettiva, il possibile ritorno dei benefici fiscali derivanti dal decreto crescita, che il presidente ha ipotizzato possa tornare per i calciatori di altissimo livello: "Nella radicalizzazione delle rispettive posizioni, l'abbiamo individuato come il problema: oggi ci sono più stranieri in Serie A, forse il problema era altrove".
Si gioca troppo. Calcagno batte il tasto anche sull'eccessivo numero di partite: "Per massimizzare i ricavi immediati, rischiamo di rendere più scadente il prodotto sul medio-lungo periodo. Nelle grandi squadre otto calciatori giocano il 50% dei minuti totali: arrivano stanchi alle partite più importanti della stagione e lo stesso vale per gli allenatori".
Sul tema, è in piedi un ricorso contro la Fifa sul mondiale per club: "Non si può organizzare un torneo senza coinvolgere le parti interessate. Ma i problemi non si risolvono con le sentenze, mi auguro un percorso positivo per tutti: il tema è quando e come giocarlo".