Bayern-Inter, 478 milioni di motivi per cui Inzaghi non potrebbe competere. Ma in Champions ha fatto meglio

Questa sera, all’Allianz Arena che sarà poi anche lo stadio della finale di Champions League, si giocherà Bayern Monaco-Inter. Una sfida senza storia, sulla carta, e c’è qualche numero che potrebbe spiegare perché. Uno su tutti: 478 milioni. Di euro, non solo di motivi. È la differenza tra l’ultimo fatturato del Bayern (951,5 milioni) e quello dell’Inter (473,2). È un divario enorme, e chi si illude che sia solo economico guarda il dito ma non la luna.
L’Inter è settima tra le otto squadre qualificate ai quarti di finale di Champions, sia per fatturato che per stipendi. Guarda dall’alto solo Aston Villa o Borussia Dortmund, e non entrambe allo stesso momento. Di fatto, è la cenerentola di questa fase della competizione, nonostante la pressione che deriva dalle aspettative di triplete che circolano attorno al gioco e alla squadra di Inzaghi. È un gap finanziario che si traduce in valore sportivo: l’Inter non ha Dumfries e deve far giocare Darmian. Senza nulla togliere: 36 anni a dicembre, arrivato a parametro zero. Fuori Musiala, il Bayern sceglie tra Gnabry e Muller, uno dei più grandi giocatori della sua storia. C’è differenza.
Però l’Inter ha fatto meglio. Almeno finora, almeno in Champions. I nerazzurri hanno subito meno gol e hanno “dato” ben otto posizioni al Bayern al termine della fase campionato. Adesso, si sa, il gioco si fa duro, e c’è da capire se le proporzioni restano quelle di due anni fa. L’Inter giocò le due gare con i tedeschi come se le avesse perse in partenza: era la fase a gironi, e alla fine in finale andarono comunque i giocatori di Inzaghi.
