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Ancelotti: "Fonseca? L'esonero fa parte del lavoro. Ma siamo soli, soprattutto nelle difficoltà"

Ancelotti: "Fonseca? L'esonero fa parte del lavoro. Ma siamo soli, soprattutto nelle difficoltà"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
lunedì 30 dicembre 2024, 12:23Serie A
di Tommaso Bonan

"Allenare il Real Madrid è un onore e un piacere. Ho detto che vincere non è facile, ma vincere col Real Madrid è un po' più facile che da altre parti". Così Carlo Ancelotti, tecnico del Real Madrid, ospite di Radio Anch'io Sport su Rai Radio 1, sul suo ennesimo titolo vinto in Coppa Intercontinentale.

Rivincita col Milan in Champions? "L'obiettivo è arrivare a giocare la finale, ci siamo prefissati questo traguardo anche quest'anno. Il cammino non è stato semplice finora, mancano due partite per qualificarsi e poi si vede. In Europa l'unica squadra che ha fatto percorso netto è stato il Liverpool, in testa in Champions e in Premier League. Però poi a marzo-aprile è quando devi essere pronto per cercare di vincere".

L'esonero di Fonseca: "Rimango dell'idea che l'esonero di un allenatore è parte del lavoro di un tecnico. Io sono stato esonerato mille volte. Quando ci sono problemi in una squadra, la responsabilità ricade sull'uomo solo. Purtroppo, è così. Nel suo lavoro l'allenatore è un uomo solo, soprattutto nei momenti di difficoltà".

Sulle modalità dell'esonero Fonseca: "Si può discutere sulle modalità, però alla fine il risultato è che l'allenatore viene mandato via, è un momento di tristezza per un tecnico. Fonseca sa che può succedere quando si fa questo tipo di lavoro. Si dice che quando si chiude la porta si apre un portone. A noi allenatori dispiace quando si viene esonerati, ma ce ne facciamo una ragione".

Che cosa è mancato a questo Milan? "Difficile dirlo. Quando ci abbiamo giocato contro, il Milan ha giocato molto bene e meritato di vincere, probabilmente non ha trovato la continuità che la dirigenza chiedeva. Quando non si trova la continuità ci sono tanti motivi: allenatore nuovo, nuovi acquisti, necessità di avere tempo di adattare tutte le novità. Purtroppo, l'adattamento va in linea con i risultati, soprattutto in una società grande come il Milan. Rapporto con Theo e Leao? Il rapporto non è detto che sia buono solo se si fanno giocare i giocatori, altrimenti sarebbe impossibile, perché in campo ci vanno solo in 11 e poi altri 15 vanno in panchina. Un buon rapporto si basa sul quotidiano e sul rispetto dei ruoli. Se li ha lasciati fuori, avrà avuto le sue buone ragioni".

Sul campionato di Serie A: "Avvincente, ci sono tante squadre davanti. L'Inter è la più collaudata, ha una rosa competitiva. L'Atalanta sta facendo ottimamente, mentre il Napoli è rinato con il lavoro e la serietà di Antonio Conte".

Futuro alla Roma? Ranieri ha fatto il suo nome: "Leggo sempre, ma non ci voglio assolutamente pensare. Sto molto bene qua e lavoro per rimanere qua il più possibile. Claudio è un amico, sta facendo molto bene alla Roma e sono molto contento, sono molto legato alla Roma: non posso scordare gli anni che ho passato lì da giovane. Roma è sempre un ottimo ricordo. Però tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, adesso sto bene qua e non ci voglio pensare a quello che sarà il mio futuro. Il cerchio non si chiude mai a Madrid. Il giorno che vinci un titolo già si pensa al prossimo che puoi vincere. Il prossimo che possiamo vincere è la Supercoppa, poi la Champions, il campionato, il Mondiale per club. Qui il cerchio non si chiude mai ed è un bene, mi tiene motivato"

L'evoluzione del calcio: "Il calcio è cambiato, sta cambiando e cambierà ancora. L'arbitraggio è migliorato, come il rapporto arbitri-giocatori, è cambiato in meglio. Quello che va rivisto il numero delle partite: il calendario è esagerato e troppo esigente per i calciatori. Non c'è più possibilità di allenarsi. Deve cambiare il calendario, non si può andare avanti così, perché mette a rischio la salute dei giocatori".

Allenare una Nazionale? "Non l'ho ancora presa in considerazione, mi piace allenare tutti i giorni".

Il Real Madrid non sarà l'ultimo club di Ancelotti? "E chi lo sa, questo non si può sapere. Chissà quanti anni mi fermo qua. Ho un contratto di due anni, ma i contratti si possono rompere ma anche allungare".

Nuovo format Champions League: "Ci sono molte più sorprese. Squadre più accreditate come noi, City e Psg hanno avuto più problemi rispetto a squadre meno forti come Lille o Brest, ora nelle prime posizioni. Questo nuovo formato ha portato un po' più di incertezza. Ma c'è ancora spazio per recuperare".

Cosa ne pensa di Jimenez del Milan? Arriva dal Real, torna a Madrid? "Ha molte potenzialità, molto veloce. A livello personale l'ho seguito poco, perché non ho avuto modo di allenarlo, dal settore giovanile è passato direttamente al Milan. Ma è un ragazzo con potenzialità".

La pareggite della Juventus: "Una squadra che non hai mai perso è un aspetto positivo. Se avesse vinto qualche partita in più sarebbe stato meglio, ma Motta è arrivato quest'anno, la squadra è cambiata moltissimo, ha avuto qualche infortunio in difesa come noi. C'è bisogno di tempo e di essere pazienti, anche se la pazienza non è una qualità nel mondo del calcio".

Su Nico Paz al Como: "Paz è un giocatore che seguiamo molto, è molto bravo, è un grande talento, quest'anno di formazione fuori dal Real gli fa molto bene. Crediamo sia un giocatore che pensiamo possa essere il futuro del Real Madrid".

10 sostituzioni nel futuro del calcio? "Ma no! Basta giocare meno partite. Uefa, Fifa e leghe nazionali devono trovare un accordo. Da oggi al 29 gennaio giocheremo nove partite. Mi sembra un po' esagerato".

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