Lupoli: "In Italia non si punta sui giovani? Mentalità sbagliata, qui c'è troppa pressione"
Arturo Lupoli, da ragazzo considerato un astro nascente del calcio italiano, in un'intervista a La Stampa ha parlato di come in Italia non si punti troppo sui giovani partendo dalla sua esperienza.
Lupoli, a spuntarla fu l’Arsenal. Perché non un’italiana?
"Perché la situazione regolamentare era simile a quella di oggi. Mi voleva il Milan, ma il Parma chiedeva circa 2 milioni. Invece Tottenham e Arsenal potevano proporre un progetto di crescita e condizioni economiche impareggiabili, anche potendo solo gestire un indennizzo di poche centinaia di migliaia di euro. Di lì scegliemmo l’Arsenal con la mia famiglia".
Tornando indietro di vent’anni, lo rifarebbe?
"Credo di sì. Ho conosciuto un mondo nuovo, l’Arsenal mi ha messo nelle condizioni ideali di crescere come ragazzo e calciatore. Dandomi delle opportunità che in Italia ancora oggi non ti concede quasi nessuno".
Per esempio?
"Se hai qualità, all’estero a 17 anni ti alleni sempre in prima squadra, ti concedono delle chances appena possibile, poi dipende da te, ovviamente serve anche un po’di fortuna".
E in Italia?
"La mentalità è tutta sbagliata, a 18 anni inizi un biennio in Primavera, poi magari vai in prestito, poi si vedrà. Io non consiglio ai ragazzi di andare via dall’Italia, ma quando lo fanno li capisco, da noi c’è troppa pressione e non si dà mai il tempo di sbagliare".