Inter, buona la prima per Simone Fautario: subito uno scudetto all'esordio da allenatore

Sembrava un déjà-vu. Un’altra serata da sogno destinata a trasformarsi in un incubo. Una finale Scudetto praticamente già vinta che rischiava di sfumare proprio sul più bello. Ancora una volta negli ultimi minuti di partita. Invece l’Inter Under 15 ha dimostrato di essere una squadra a immagine e somiglianza del suo allenatore: umile, ma sicura di sé; solida sia dal punto di vista mentale che da quello tecnico-tattico; coraggiosa e ambiziosa, ma senza il bisogno di fare proclami. E soprattutto, capace di non perdere mai la calma e la lucidità, nemmeno nei momenti più complicati o di maggiore tensione. Proprio come Simone Fautario. Prima di raccontare il finale della storia, però, è necessario fare un passo indietro. Perché c’è un solo modo per comprendere a fondo l’ultimo atto: conoscere tutta la trama.
Fautario comincia la sua avventura in nerazzurro da bambino, quando entra a far parte dei Pulcini dell’Inter. Per più di dieci macina chilometri sulla fascia sinistra nel ruolo di terzino e veste sempre la stessa maglia, facendo tutta la trafila del Settore Giovanile fino alla Primavera e arrivando anche all’esordio in prima squadra (due presenze contro Messina e Sampdoria). In Under 19, per concludere alla grande il suo cammino nel vivaio, si toglie la soddisfazione di vincere la Coppa Italia nel 2006 e lo Scudetto nel 2007, che alza al cielo con la fascia di capitano al braccio. Tra i suoi compagni in quella stagione spiccano Leonardo Bonucci e Mario Balotelli, che decise la finale contro la Sampdoria con un gol su rigore. Faceva parte di quella corazzata anche Ignazio Cocchiere (trovate qui la sua intervista), che ha poi scritto pagine indelebili di storia all’Union St. Gilloise – quest’anno protagonista in Europa League – e che adesso, pur senza rinunciare alla carriera da calciatore, lavora alla Commissione Europea. Dopo il tricolore, Fautario lascia la società che l’aveva cresciuto e intraprende la carriera da professionista, giocando prevalentemente in Serie C (ad eccezione della parentesi in B con il Grosseto, dove verrà allenato anche da Maurizio Sarri) e vestendo le maglie di Pro Sesto, Pistoiese, Frosinone, Modena, Fano e, in particolare, Como e Pisa, con le quali conquista la promozione. Dopo due stagioni in Serie D con Legnano e Seregno decide di appendere gli scarpini al chiodo a soli 32 anni, con un obiettivo che comincia a farsi strada nella sua testa: diventare allenatore. E da dove cominciare se non dall’Inter?
Roberto Samaden, che proprio pochi giorni fa ha ufficializzato il suo addio all’Inter dopo 33 anni, gli ultimi 13 dei quali nel ruolo di Responsabile del Settore Giovanile, ha sempre avuto una linea chiara da dirigente: i tecnici del vivaio devono trasmettere ai ragazzi competenze e senso di appartenenza. L’esatto identikit di Simone Fautario, che tra l’altro per un breve periodo, negli anni della Scuola Calcio, era stato allenato proprio da Samaden. L’ex capitano della Primavera torna così ai nerazzurri in una nuova veste e mostra subito le qualità che l’hanno sempre contraddistinto sia dentro che fuori dal campo. Inizia infatti in punta di piedi, mettendo a disposizione dei più giovani le conoscenze apprese nel corso della sua carriera e, allo stesso tempo, cercando di imparare dagli allenatori più esperti. Si dedica al triennio Under 12, Under 13 e Under 14 come collaboratore tecnico specializzato lavoro difensivo individuale. Poi, nell’estate 2021, passa all’Under 17 e diventa il vice di Tiziano Polenghi. I 2006 dell’Inter concludono la regular season al 2° posto, superano di slancio tutti i turni dei playoff e arrivano alla finalissima contro il Bologna. Avanti 2-0 e con lo Scudetto già in tasca, subiscono un incredibile rimonta negli ultimi 12 minuti e perdono 3-2.
La delusione è cocente e l’unico modo per superarla è rimettersi subito in gioco. Fautario passa dal ruolo di vice a quello di primo allenatore e dal gruppo dei 2005 a quello dei 2008, la squadra che nella scorsa stagione ha vinto il tricolore in Under 14 con Luca Pedrinelli in panchina. Un’eredità non facile (per usare un eufemismo) e una sfida coraggiosa, i cui risultati, però, sono sotto gli occhi di tutti. Regular season letteralmente dominata, con la squadra che ha veleggiato a punteggio pieno fino a marzo (unica in tutto il panorama del Settore Giovanile Scolastico), e playoff superati senza neanche una sconfitta. La valutazione dell’operato di un allenatore, però, specialmente nel vivaio, non può limitarsi a vittorie e sconfitte. È giusto quindi sottolineare l’apporto più prezioso di Fautario: la capacità di prendere le redini di una squadra già forte e di farla crescere ulteriormente, portando concetti nuovi, migliorando i singoli e integrando alla perfezione i nuovi arrivi. Senza considerare poi le doti umane che il neo mister è riuscito a trasmettere ai suoi ragazzi, come emerso nel corso del progetto che ha visto l’Under 15 nerazzurra allenarsi e divertirsi con i bambini della Bebe Vio Academy. Un’idea portata avanti da Samaden e che ha visto in Fautario uno dei più accesi sostenitori, tant’è che l’allenatore nerazzurro ha proposto (con successo) di invitare i giovani della BVA sugli spalti del Suning Youth Development Centre per tifare i loro compagni di giochi.
E ora è il momento di tornare al punto da cui eravamo partiti: l’ultimo atto del Campionato Nazionale Under 15 2022/23. Inter-Empoli. I nerazzurri partono male e vanno sotto 2-0, ma a differenza dell’anno scorso sono loro a rimontare e a portarsi sul 3-2, trascinati dalla doppietta di Carrara e di Curcio. Per il gruppo dei 2008 si tratterebbe del double (2° Scudetto consecutivo, ancora una volta battendo i toscani in finale) e per Fautario si tratterebbe della rivincita dopo l’amarissima sconfitta contro il Bologna. Gli ultimi minuti, però, sono di nuovo fatali: l’Empoli trova il 3-3 e prolunga la partita. Non è facile trovare le parole giuste per scuotere una squadra che era già sicura del titolo e che invece si ritrova a dover affrontare i supplementari contro un avversario improvvisamente galvanizzato. Così come non è facile convincere i giocatori che non sono vittime di una sorta di maledizione quando all’ultimo secondo il portiere dell’Empoli compie un autentico miracolo che condanna le due squadre ai rigori. Eppure è proprio ciò che riesce a fare Simone Fautario. I suoi ragazzi sono impeccabili dagli undici metri e la parata di Mortarino completa l’opera. I 2008 dell’Inter sono di nuovo campioni e l’ex terzino dell’U19 nerazzurra vince il suo primo titolo da allenatore all’esordio in panchina. E ora che le luci sulla stagione si sono spente e il sipario è calato, possiamo dirlo: lo spettacolo non è stato niente male.
