Come l'Empoli ha superato il terremoto in panchina e chiuso un mercato ben più che promosso
Se è vero come è vero che nelle storie di mercato la verità è nel mezzo del dibattito, della rottura, dei dissapori, allora quel che oggi il suo ex portiere Alberto Brignoli ha spiegato su queste colonne forse corrisponde alla verità. Ovvero che Alessio Dionisi ha avuto delle lecite ambizioni, che il club si sarebbe aspettato qualcosa di diverso ma che tutto, in fondo, fa parte delle logiche del pallone. Come è stato per lui, che era il titolare degli azzurri e che ha trovato una nuova ambizione greca al Panathinaikos dopo aver perso la titolarità. Così è la vita e figuriamoci il pallone. L'importante è saper trovare la propria strada e come l'ha fatto il portiere bergamasco, che adesso sarà il primo in un club glorioso come i verdi d'Atene, l'ha fatto l'Empoli.
UN MERCATO PER ANDREAZZOLI Passare da Dionisi ad Aurelio Andreazzoli è significato, per Pietro Accardi e per la proprietà dell'Empoli, doversi adattare. Dover cambiare strategia e binario e non si pensi sia semplice per un club: vuol dire cambiare strategie, magari rinunciare a giocatori considerati fino a quel momento preziosi. Altrettanto, dover scartare tutti quei calciatori frutto del lavoro di meticoloso scouting perché non più consoni al nuovo metodo del nuovo allenatore. Bravo Empoli, allora. Ieri lo ha detto Accardi in conferenza ma risponde a esatta verità: "non appena ci siamo resi conto che avremo cambiato guida tecnica abbiamo pensato a una squadra più adatta a lui. Abbiamo cercato di mettere dentro dei calciatori funzionali".
PRONTI SUBITO Analizzeremo nei prossimi giorni anche altre sessioni, perché c'è tanto di buono, che sia studio, strategia, conoscenza, follia, azzardo o coscienza anche nei mercati diametralmente opposti pure di Venezia e Spezia. Collauto e Pecini hanno scelto altri binari, Accardi ha preferito quello della comfort zone ma non per questo ciò significa non aver le idee chiare. Non si tratta di rifugiarsi in quel che è sicuro, ma esser consci dei pericoli e aver dei capisaldi a cui aggrapparsi. Dice che "il ritorno di tanti ex azzurri è stata una coincidenza", ma riportare a casa Lorenzo Tonelli e compagnia giocante significa azzerare i tempi d'ambientamento e averli pronti. Subito.
VOGLIA DI RISCATTO Ogni acquisto è arrivato per una ragione ben precisa. Detto di Tonelli, che in azzurro ha vissuto la miglior parte della sua carriera, mettergli al fianco Ardian Ismajli significa aver preso uno dei migliori interpreti del calcio e della filosofia di Italiano. Patrick Cutrone e Andrea Pinamonti, in attacco, sono storie tanto diverse quanto simili: entrambi enfant prodige del nostro pallone, davanti alla pressione del grande calcio non sono riusciti ancora a sbocciare. Ha avuto più cartucce mal sfruttate la punta presa dal Wolverhampton ma dà l'impressione di poter essere quello che, svestiti i panni del pallone delle star, possa diventare il centravanti perfetto di fatica, sudore e pure gol della provincia. Pinamonti non è certo all'occasione del now or never, ma anche lui deve fare lo step in più. Via Brignoli, dentro Guglielmo Vicario: ha l'occasione da titolare e dietro c'è tutta l'esperienza di Samir Ujkani a fargli da guardia. Sebastiano Luperto e Riccardo Marchizza sono altre due storie di giocatori attesi e finora ancora non arrivati al varco dove in molti li aspettavano. Liam Henderson, Nicolas Haas, poi, e anche le conferme per vederli esplodere in A di Samuele Ricci e di Nedim Bajrami più l'arrivo di Petar Stojanovic. Che in fondo racchiude al meglio la filosofia di questo Empoli. Il terzino ha vinto titoli su titoli tra Slovenia e Croazia, è un nazionale ma è arrivato lontano dai riflettori. Tutto con una strategia. Sulla carta, il binario preso dagli azzurri è quello più sicuro, nonostante il terremoto d'inizio stagione. Che fa parte del calcio. L'importante è non cadere con lui.