Thiago Motta ha già cambiato la mentalità della Juve, ma il ko di Bremer è un macigno. Conte dice di non essere fesso? Il pensiero è lo scudetto. Inter: il mercato delle "seconde linee" convince
Archiviata la tre giorni europea, con gioie e dolori per le squadre italiane, è tempo di tornare a pensare alla Serie A, con il Napoli che sarà la prima squadra a scendere in campo, dopo la conferenza stampa, tutt'altro che banale, di Antonio Conte di due giorni fa che ha raccontato tanto del pensiero dell'allenatore salentino. Prima di parlare di cosa frulli in testa al tecnico dei partenopei è giusto però fare un passo indietro, fino alla gara di martedì sera della Juventus, con l'impresa di Lipsia in 10 contro 11 che ha detto molte cose. Thiago Motta ha già cambiato la mentalità della sua Juve. Ribaltare una partita con un uomo in meno, su un campo molto complicato, ha mostrato all'Europa intera che la Vecchia Signora sta tornando, e tanti meriti sono certamente dell'allenatore, che in un colpo solo è riuscito a dare un calcio alla sfortuna, vedi gli infortuni nel primo tempo di Bremer e Nico Gonzalez, e a quei cinque minuti di follia che avrebbero ammazzato chiunque, tranne la sua Juventus. Prima l'espulsione di Di Gregorio, poi il fallo di mano di Douglas Luiz, e infine il calcio di rigore realizzato da Sesko, che aveva portato il Lispia in vantaggio e in superiorità numerica.
Qualsiasi allenatore, o quasi, avrebbe abbassato la squadra, per cercare di contenere l'avversario e provare a sfruttare il contropiede, ma Thiago Motta ha pensato in un modo completamente diverso: squadra alta, recupero palla, zero paura e testa ai tre punti, che prima Vlahovic e poi Francisco Conceicao gli hanno regalato, con tanto di bernoccolo per una gomitata rifilata da Gatti allo stesso allenatore bianconero. E proprio Dusan Vlahovic ha parlato da leader vero nel post gara, allontanando le polemiche, grazie a 4 gol in 5 giorni, e prendendo per mano la sua squadra.
La tegola Bremer.
La cattiva notizia è però arrivata da Gleison Bremer, uscito dopo 3 minuti nella gara contro il Lipsia. Rottura del menisco e lesione al legamento anteriore del ginocchio. Tradotto: stagione praticamente finita. Un macigno, un problema enorme, con il mercato ancora lontanissimo e tre mesi da giocare senza il pilastro della difesa. La cosa certa è che Thiago Motta troverà una soluzione, ringraziando anche il Milan che ha ceduto forse troppo a cuor leggero Pierre Kalulu, che assomiglia tanto, per prestazioni e spinta anche da difensore centrale, a quel Riccardo Calafiori esploso l'anno scorso al Bologna proprio sotto la guida di Motta. Danilo e Gatti saranno chiamati agli straordinari e chissà che non sia venuto il rimpianto per la cessione di Djalo nelle ultime ore di mercato, ma ormai è inutile guardarsi indietro.
Eccoci al Napoli.
Detto della Juve adesso passiamo al Napoli e alle parole di Antonio Conte. Stasera i partenopei scenderanno in campo nella gara contro il Como al Maradona, con l'obiettivo di mantenere il primo posto in classifica, che resterebbe azzurro per tutto il periodo della sosta di ottobre. "Cca' nisciun' è fesso", ha dichiarato, in napoletano, l'allenatore, che ha risposto a una domanda sullo scudetto, affermando anche che i titoli vengono vinti quasi sempre da club che hanno la storia e la bacheca piena, ma è impossibile non pensare che lo stesso Conte non ci pensi davvero. La sua squadra è forte, ha un solo impegno a settimana, deve ancora far vedere il meglio di molti giocatori, e punta al secondo scudetto in tre anni, dopo quello del 2023. Le avversarie non mancheranno, ma Conte parte sempre per vincere, a prescindere dalle sue dichiarazioni.
L'Inter delle riserve.
Chi darà certamente fastidio a tutti è l'Inter campione d'Italia in carica. Le certezze sono sempre le stesse per Simone Inzaghi, ma la partita contro la Stella Rossa ha mostrato che quest'anno ci sono anche altre carte che il tecnico potrà giocarsi. Una su tutte è quella di Mehdi Taremi. L'iraniano in Champions ha segnato un gol e fornito due assist ed è stato così il vero protagonista della serata di San Siro. Non è un titolarissimo, ma quasi, così come Piotr Zielinski, che sta trovando sempre più spazio. Quello estivo è stato il mercato delle seconde linee per l'Inter, che non ha acquistato giocatori da 100 milioni ma che ha messo a disposizione di Inzaghi altre frecce pronte a essere scoccate per confermarsi in Italia e arrivare fino in fondo in Champions.