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Spalletti, due vittorie per assicurarsi un futuro a prescindere da ciò che accadrà in FIGC. Tre mosse chiave per voltare pagina: dopo Parigi la strada è in discesa e a questo giro è davvero complicato non staccare il pass Mondiale

Spalletti, due vittorie per assicurarsi un futuro a prescindere da ciò che accadrà in FIGC. Tre mosse chiave per voltare pagina: dopo Parigi la strada è in discesa e a questo giro è davvero complicato non staccare il pass MondialeTUTTO mercato WEB
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mercoledì 11 settembre 2024, 16:00Editoriale
di Raimondo De Magistris
Nato a Napoli il 10/03/88, laureato in Filosofia e Politica presso l'Università Orientale di Napoli. Lavora per TMW dal 2008, è stato vicedirettore per 10 anni. Inviato al seguito della Nazionale

Le vittorie contro Francia e Israele sono la più grande assicurazione che Luciano Spalletti potesse sottoscrivere per il proseguo del suo cammino da commissario tecnico. Con un Presidente Federale a fine mandato che anche per questo motivo dopo il disastroso Europeo ha deciso di non cambiare allenatore, il CT di Certaldo sapeva di dover resettare, recitare un mea culpa e poi ripartire da una nuova idea di calcio per assicurarsi nuova vita in questo ruolo.
Al commissario tecnico serviva una svolta chiara e immediata, un nuovo manifesto da presentare come bigliettino da visita per tutti, non solo per Gabriele Gravina. Una svolta che c'è stata, con la luce in fondo al tunnel che ora è ben visibile.
Spalletti sa che la FIGC andrà incontro a una delle stagioni più calde della sua storia recente: non si sa chi nel prossimo futuro dovrà giudicare il suo operato, chi dovrà confermarlo o eventualmente sostituirlo. Le elezioni del nuovo presidente inizialmente indette per questo autunno sono state spostate al 2025 dopo la decisione di trasformare l'assemblea del 4 novembre in quella in cui verrà rivisto lo Statuto per dare più potere elettivo alla Serie A. Il giorno della resa dei conti già da fine luglio ha subito uno slittamento, ma più prima che poi si arriverà alla votazione del nuovo Presidente. E a quel giorno, anche Luciano Spalletti, vuole presentarsi con una Nazionale che ha ormai cancellato l'ultimo Europeo e sta vivendo un nuovo e più entusiasmante percorso. E' l'unico modo che ha per garantirsi ancora un futuro da CT.

La strada in questo senso è quella giusta, non c'è dubbio che in queste due gare di settembre Spalletti sia riuscito nel suo intento. Ha vinto a grande sorpresa e con merito a Parigi contro la Francia 70 anni dopo l'ultima volta, poi s'è confermato tre giorni più tardi nella surreale sfida contro Israele. Ha rinnovato e ringiovanito il suo gruppo con la conseguenza che a Budapest è sceso in campo con un undici titolare dall'età media di 25 anni, tre in meno rispetto alla formazione che a Berlino s'è arresa alla Svizzera senza l'onore delle armi.
Nuovi uomini, ma anche nuove idee per una nuova Italia. Spalletti s'è presentato ai nastri di (ri)partenza con una diversa veste tattica che è abito decisamente più confortevole per i suoi calciatori. Il passaggio alla difesa a tre, a quel 3-5-2 che oggi è pensiero dominante in Serie A, ha immediatamente trovato terreno fertile a Coverciano, in un gruppo non più extra-large come in passato. E qui arriva un'altra decisione importante perché la scelta di diminuire il numero dei convocati, di chiamarne solo 23, ha creato tanti benefici. Negli allenamenti, nel coinvolgimento dei singoli. Lui che era stato tra i fautori della lista da 26 per l'Europeo ha capito che solo restringendo il numero dei giocatori a disposizione avrebbe ottenuto il massimo dai suoi uomini. L'ha fatto ed è stato immediatamente premiato.

L'Italia a ottobre ripartirà dal primo posto solitario nel gruppo 2 della Lega A di Nations League. E' un dato importante perché chiudere il girone ai primi due posti vuol dire avere la certezza di essere testa di serie ai sorteggi di dicembre quando verranno stilati i dodici gironi di qualificazione al Mondiale 2026. L'Italia ha saltato le ultime due edizioni, ma questa volta con l'allargamento a 48 squadre, di cui 16 europee, non qualificarsi per una Nazionale come la nostra diventa davvero 'impegnativo'. Non solo perché facendo bene in Nations League ci sarà una via di fuga fino a marzo 2026, ma soprattutto perché essendo nell'urna uno gli azzurri avranno certezza di non incrociare nel loro cammino tutte le *squadre più forti. E ormai quell'urna uno è praticamente a un passo: basteranno ragionevolmente quattro punti nelle prossime quattro gare (di cui tre in casa) per chiudere il girone con due squadre alle spalle.

*= Allo stato attuale, le squadre che certamente non possono capitare nello stesso girone dell'Italia perché nella stessa urna sono Portogallo, Croazia, Francia, Germania, Olanda, Danimarca, Spagna, Inghilterra, Belgio, Svizzera e Austria.

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