Si conclude il ciclo Bertolini con l'Italia Femminile: il Mondiale '19 come vetta, poi due fallimenti
"Il mio futuro non ha importanza. Mi auguro che il movimento cresca sempre di più. Spero di aver lasciato un'eredità con una squadra giovane che ha fatto un'esperienza importante come questa". Con queste parole al termine della gara contro il Sudafrica che segna l’eliminazione del Mondiale alla fase a gironi la ct Milena Bertolini si congeda dalla panchina azzurra. Il suo ciclo è arrivato infatti a conclusione e da settembre ci sarà un’altra allenatrice - Patrizia Panico è in pole – a guidare le azzurre verso nuovi traguardi.
L’avventura di Bertolini, iniziata dopo il disastroso Europeo del 2017, si chiude nel peggiore dei modi con due fallimentari spedizioni prima in Inghilterra la scorsa estate e ora in Australia e Nuova Zelanda. Due eliminazioni alla fase a gironi dure da digerire perché in entrambe le occasioni tutto era nelle mani delle azzurre e sarebbe bastata una vittoria contro avversarie non irresistibili come Belgio e Sudafrica. Una vittoria che però non è arrivata spegnendo ogni velleità azzurra. Inoltre in entrambe le manifestazioni c’è stata una vera e propria debacle contro formazioni più attrezzate come Francia (5-1) e Svezia (5-0).
Il ciclo Bertolini però non è totalmente negativo perché comunque in questi sei anni di gestione la squadra è cresciuta, ha ottenuto riconoscimenti internazionali e dimostrato di poter essere competitiva anche a certi livelli. Certo il picco del Mondiale 2019, arrivato dopo ben 20 anni d’assenza non va dimenticato, non è stato più ripetuto, ma mai l’Italia Femminile era riuscita a conquistare due qualificazioni di fila a una Coppa del Mondo con in mezzo anche la presenza all’Europeo. I risultati poi sono stati negativi con una squadra che è apparsa priva di identità e gioco, fragile emotivamente e con poco carattere.
Anche il tentativo di varare una linea verde con tante giocatrici nate fra la fine degli anni ‘90 e il 2000, con addirittura una 2006 come Dragoni e una 2004 come Beccari sempre titolari, alla fine non ha pagato nell’avventura mondiale. Intenzione nobile quella di far fare esperienza alle giovani, ma l’eliminazione pesa come un macigno e il rischio di sacrificare una Coppa del Mondo, come accaduto, considerandolo un passaggio di transizione dal gruppo storico a quello futuro, è stato un azzardo che non ha pagato. Gli ottavi erano infatti alla portata delle azzurre che invece, come in Inghilterra un anno fa, tornano a casa anzitempo.
Ora per l'Italia si aprirà un nuovo corso che dovrà ripartire anche dalle tante problematiche emerse in questo Mondiale, con la Federazione che dovrà far sentire forte la sua presenza per non dilapidare un patrimonio. Ma l'assenza di dirigenti, a partite dal numero uno Gravina, in Oceania non fa ben sperare in questo senso.