Manchester City, Gvardiol a sorpresa: "Quando fai il difensore per 10-15 anni ti stufi"
“A dire il vero non mi aspettavo questo da me. Tutto quello che volevo prima di entrare al City era essere un difensore solido accanto a Ruben (Dias, ndr), John (Stones, ndr), Manu (Akanji, ndr) e Ake, indipendentemente da chi giocava con me, e poi il mister ha deciso di trasformarmi in un numero 10, un'ala sinistra!". Parola di Josko Gvardiol, difensore centrale del Manchester City che ormai sta spaziando negli astri del campo immaginato dalla mente del suo allenatore, Pep Guardiola, arrivando a segnare due gol capolavoro nell'attuale stagione di Premier League.
Ingaggiato dal club inglese ormai 18 mesi fa, il 22enne croato sta continuando a impressionare per la bellezza dei gol sfornati da attaccante aggiunto. L'ultimo, in tempi recenti, contro il Wolverhampton: palla a ridosso del limite e destro a giro da 20 metri all'incrocio dei pali. Imparabile per chiunque, ma c'è una spiegazione a questa abilità nel tiro di Gvardiol e lo spiega nell'intervista a Sky Sports UK.
"Quando fai il difensore per 10-15 anni ti stufi. Quando ero più giovane, giocavo ovunque in campo, anche come attaccante, ala, centrocampista centrale, centrocampista d'attacco. Mi sento a mio agio in qualsiasi posizione, e spesso mi trovo in fascia a sinistra è perché il tecnico vuole che io sia lì", ha spiegato l'ex Dinamo Zagabria.
Chiosando con il tema di uomo in più in attacco: "È una cosa importante per la nostra stagione. Giocare contro una squadra che difende a 11 in area non è facile e non si riesce a trovare spazio. Tutto quello che puoi fare è passare la palla all'ala e cercare di fare l'1v1, ma all'improvviso arriva l'altro difensore e non è nemmeno l'1v1, ma due o tre contro uno, quindi tutto quello che puoi fare è crossare la palla, essere lì per la seconda palla, e ovviamente prenderti una responsabilità e tirare".