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Roma, Marchetti: “Con l’esonero di De Rossi la progettualità è stata disintegrata”

Roma, Marchetti: “Con l’esonero di De Rossi la progettualità è stata disintegrata”TUTTO mercato WEB
Oggi alle 12:59Altre Notizie
di TMWRadio Redazione
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Editoriale con Luca Marchetti, intervistato da Vincenzo Marangio
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Durante l'appuntamento odierno con L'Editoriale sulle frequenze di TMW Radio è intervenuto Luca Marchetti. Queste le sue parole:

Con la vittoria nel derby Fonseca ha salvato la panchina?
“Secondo me l’avrebbe salvata a prescindere, perché l’intenzione da quel che avevamo capito non era di cambiare comunque Fonseca. La squadra ha dimostrato di essere ancora con l’allenatore, per quanto avere una maggiore concentrazione durante il derby poteva essere un po’ più facile. Secondo me Fonseca non era un brocco prima e non è Napoleone ora. In Italia c’è un vizio nel giudicare sempre prima, un tecnico non può essere giudicato solo da cinque partite. Bisogna valutare tantissimi fattori, non può essere solo l’umore dei tifosi a determinare i giudizi. A Roma invece sono stati i dirigenti a lanciarsi in questo tipo di considerazioni di pancia. Poi la violenza verbale e le minacce sono fuori dalla grazia di Dio”.

La società della Roma come sta gestendo la situazione legata agli sviluppi dell’esonero di De Rossi?
“Male. Nel giro di tre giorni è stato esonerato l’allenatore e dopo tre giorni si è dimessa l’AD, che era colei che, di comune accordo con la società, aveva portato a questa decisone. Io sono convinto che una parte delle dimissioni di Lina Souloukou sia dovuta dalle pressioni ambientali, ma penso ci sia stato anche un confronto interno con la società. Ora è stato preso un allenatore bravo, ma che probabilmente non è così adatto per le caratteristiche della squadra. Anche lui la Champions League non l’ha mai fatta, quindi non è detto che raggiungerà l’obiettivo. Al momento la progettualità della Roma è stata disintegrata in tre giorni, considerando anche che De Rossi aveva un contratto di ancora tre anni. Il mercato poi è stato non di puntellamento, ma di rivoluzione. Sono arrivati otto giocatori che ipoteticamente potrebbero essere titolari, di cui quattro negli ultimi giorni di mercato. Ora i Friedkin opereranno anche con l’Everton, ma hanno ribadito che il loro impegno con la Roma non cambierà”.

Che idea ti sei fatto della situazione di Vlahovic nella nuova Juventus di Thiago Motta?
“La Juventus cercherà un attaccante per il prossimo anno se verrà trovata una sistemazione per Vlahovic. L’errore ora è non avere un’alternativa in rosa al serbo. Un’idea poteva essere Depay, che era a parametro zero e che però a quanto pare non è stato mai nelle idee della Juventus. Nell’ultima partita se si doveva sostituire Vlahovic con Weah tanto valeva continuare comunque con il primo. Ora Dusan è tra i primi cinque giocatori per occasioni create e a livello statistico ha segnato più o meno quello che avrebbe dovuto segnare, ma il punto è proprio qui. Gli sta mancando il colpo in più del campione. In Serie A anche Lautaro, Lukaku e Leao però non stanno brillando. Pure poi Yildiz è un grande giocatore, ma non si può cambiare giudizio ogni partita”.

Anche sul Napoli è eccessivo dire che potrà lottare per lo scudetto?
“Secondo me è troppo dire che è una squadra da scudetto. Probabilmente quest’anno vincerà chi avrà meno vizi, perché l’Inter è una grande squadra ed è la più completa, ma non è là schiacciasassi che si era vista l’anno scorso. Rivincere non è mai facile. Detto ciò la speranza per il Napoli dev’essere di rimanere lì con il passare dei mesi. Conte poi ti porta a migliorare. Ad oggi la squadra tra Juventus e Napoli che ha assimilato di più le richieste del proprio allenatore è proprio il Napoli”.

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