Beretta: "Vi spiego la particolare tattica del fuorigioco del Barcellona"


L'allenatore Mario Beretta ha parlato a Radio FirenzeViola all'interno della trasmissione Scanner, curata dall'avvocato Giulio Dini. Queste le sue parole partendo dall'interpretazione tattica del fuorigioco con particolare riferimento al Barcellona di Hansi Flick: "Al Barcellona tengono la difesa alta non solo per il fuorigioco. Poi Flick avrà valutato benefici e costi ed avrà visto che questa tattica difensiva è adatta, anche perché hanno i giocatori della linea difensiva che, anche quando non riesce, possono recuperare facilmente anche 50 metri alle spalle situazioni di pericolo".
Servono centrocampisti di un certo tipo al Barcellona per perseguire questa tattica?
"La linea alta la possono tenere perché c'è una pressione continua sul possessore di palla, perché riaggrediscono forte in avanti e tolgono all'avversario la possibilità di giocare e dunque puoi tenere la linea più alta perché c'è grande intensità in zona palla".
I dati dicono che ci sono 115 falli di fuorigioco fischiati a favore del Barcellona, quando il picco degli altri campionati sono i 65 del Brighton o i 54 dello Stoccarda. In 30 minuti Mbappe con il Real è andato 8 volte in fuorigioco. Sulla base di questa premessa, i giocatori devono essere consapevoli di quando partire, senza esitazioni e senza porsi il problema della palla persa:
"I tempi di attacco della linea difensiva del Barcellona con questo atteggiamento cambiano. Perché se altre squadre scappano, possono attaccare la profondità senza porsi il problema ma quando giocano col Barcellona i tempi non sono mai giusti perché hanno la linea alta e nel caso recuperano. Il Var è determinante in queste situazioni perché si tratta di centimetri e il guardalinee può non vederle".
Sui terzini nella transizione il Barcellona può essere attaccato bene?
"L'attacco sul lato cieco del Barcellona, ossia sul lato opposto, può metterlo in difficoltà perché la linea difensiva scivola molto sul lato palla e dunque può costringere a fare diagonali molto lunghe e non recuperare".
Il lancio lungo da dietro magari del portiere va scomparendo?
"No, se ne vedono anche di più ultimamente. Le squadre fanno un pressing molto offensivo e vengono a prenderti al limite dell'area e creano situazioni di uomo contro uomo nell'altra metà calcio e se hai un portiere che ha un buon calcio è un vantaggio perché hai parità numerica. Con Ederson l'ha fatto tante volte Guardiola o De Zerbi con il Brighton che amano partire dal basso ma quando possono vanno diretti".
Quali altri giocatori essenziali deve avere per giocare subito la palla davanti?
"Nel calcio moderno si tende ad allenare i giocatori in varie parti del campo e che sappiano fare più cose. Tendenzialmente è meglio che l'attaccante sappia smarcarsi e abbia i tempi per attaccare la profondità e il portiere sappia dove trovarlo ma è ovvio che poi dipende dalle caratteristiche del centravanti".
