7 maggio 1986, la Steaua Bucarest è campione d'Europa. Battuto il Barcellona
Il 7 maggio del 1986 il Barcellona di Schuster, strafavorito, affronta la Steaua di Bucarest nella finale di Champions League. Si gioca in Spagna, al Sanchez Pizjuan di Siviglia, con i blaugrana che hanno tutti i favori del pronostico. I rumeni arrivano in finale vincendo contro i danesi del Vejle e poi con gli ungheresi dell'Honved, la mitica squadra di Puskas. Nei quarti di finale ci furono i finlandesi del Kuusysi Lahti: all'andata 0-0, in Romania, mentre al ritorno Victor Piturca - diventerà il commissario tecnico anche della Nazionale - dà la qualificazione dopo il rischio di prendere gol.
In semifinale invece c'è l'Anderlecht, favoriti per la vittoria finale. La squadra di Vincenzo Scifo, uno dei migliori centrocampisti della storia del calcio belga che poi finirà anche in Italia, al Torino, oppure di Georges Grun. Insomma, qui la sensazione è che la Steaua non abbia vita facile. Infatti è proprio Scifo a dare la vittoria all'andata, al Costant Vander Stock, mentre al ritorno ancora una doppietta di Piturca più il gol di Balint concludono sul 3-0 la rimonta che vale la finale di Siviglia.
Qui i tifosi non ci sono, tranne militati e rappresentanti della politica scelti da Ceausescu. Quindi il Sanchez Pizjuan, quasi 70 mila persone, era praticamente addobbato per la festa dei catalani. Invece il Barcellona non riesce a sfondare, grazie a un Duckadam monumentale, sorretto dai difensori Bumbescu e Belodedici. Si arriva quindi ai rigori, dove il portiere Duckadam, di fatto, diventa il migliore della storia: quattro calci di rigore, tutti e quattro sbagliati da parte dei blaugrana. Zero gol dopo 120 minuti e quattro rigori, l'unico caso della Champions League. La Steaua diventa Campione d'Europa grazie a una cortina di ferro. E non quella di Ceausescu.