6 agosto 1955, Miguel Montuori sbarca a Firenze...e cambierà la storia Viola
Il 6 agosto 1955 giunse a Firenze, alla stazione ferroviaria di Santa Maria Novella, Miguel Montuori, uno dei principali artefici del primo scudetto vinto dalla Fiorentina nel Campionato 1955-1956, ed anche uno dei calciatori più amati dal popolo viola in tutta la storia della squadra gigliata.
Figlio di un pescatore di Sorrento emigrato in Argentina, Miguel nacque a Rosario (Argentina) il 24 settembre 1932, ma calcisticamente si mise in evidenza in Cile, giocando nella squadra dell'Universitad Catolica di Santiago, con la quale vinse il Campionato nel 1954; per il suo acquisto, il Presidente della Fiorentina Enrico Befani sborsò ventisettemila dollari (l'equivalente di circa diciotto milioni di lire).
Miguel arrivò a Firenze senza essere preceduto da alcuna fama, a differenza del brasiliano Julinho, che, giunto in città due giorni prima, era stato accolto in pompa magna. A quell'epoca, infatti, si era ben lontani dalla "globalizzazione" odierna, ed il Campionato cileno era pressoché sconosciuto, non solo per la massa dei tifosi, ma anche per gli stessi operatori calcistici; tanto che Miguel venne segnalato alla Viola non da un "talent scuot" o comunque da un addetto ai lavori, ma da un sacerdote bergamasco che era missionario in Cile, Padre Volpi, appassionato di calcio ed amico del Direttore Sportivo della Fiorentina Luciano Giachetti.
Sin dalle prime amichevoli disputate dalla Fiorentina, Miguel impressionò tutti per le sue giocate di alta scuola, per la sua classe cristallina, per il suo dribbling, per la sua velocità, per la sua serietà professionale, e per la sua generosità.
In Campionato Miguel fu un autentico trascinatore, disputò trentadue partite, segnò tredici reti, e fornì un contributo decisivo per la conquista di quello splendido scudetto.
Miguel era un centrocampista con spiccate attitudini offensive, aveva di un "destro" potente e preciso, e molta confidenza con il gol; il suo scatto breve era bruciante, la sua progressione notevole.
Fu impiegato quale "oriundo" dalla Nazionale italiana, con la quale disputò dodici partite segnando due reti, ed indossò anche la fascia di capitano (unico oriundo nella storia del calcio italiano) nella gara amichevole che l'Italia disputò contro la Spagna a Roma il 28 febbraio 1959.
Purtroppo la sua carriera si interruppe bruscamente il 19 aprile 1961, nel corso di una partita del "Campionato riserve" che la Viola disputò a Perugia contro la squadra locale, e nella quale Miguel - convalescente dopo un infortunio - venne impiegato per verificare le sue condizioni fisiche.
Una violenta pallonata lo colpì fra la tempia e l'orecchio; il campione argentino si svenne, poi si riprese negli spogliatoi, ma la pallonata che lo aveva colpito al volto gli aveva causato il distacco della retina.
Fu operato un prima volta, poi sopraggiunsero delle complicazioni, venne nuovamente operato.
Per farla breve, fu costretto a chiudere la sua carriera di calciatore.
Nel 1971 tornò in Cile con la famiglia, ed allenò i giovani dell'Universitad Catolica di Santiago.
Ma aveva sempre nel cuore Firenze e la Fiorentina, tanto che confidò ad una amico: "La notte mi sogno la torre di Maratona..........".
Nel giugno 1988 il ritorno in Italia, nella "sua" Firenze, accolto a braccia aperte dai suoi ex compagni di squadra e da tutta la città.
Una nuova vita nella città del giglio, una casa all'Isolotto, un lavoro presso il comune di Firenze quale addetto alla biblioteca, sino a che la sfortuna non tornò nuovamente a perseguitarlo, ed un male incurabile lo portò via il 4 giugno 1998.
Sarà sempre nei nostri cuori.