Promozione Giana in C, prima da capitano ora da mister: Chiappella 9 anni dopo
Correva la stagione 2013-2014 e Andrea Chiappella era il capitano di quella Giana Erminio che scrisse la storia: dopo un solo anno di Serie D, e a margine di una lunga cavalcata durata varie annate, il club centrava la prima storica promozione in Serie C. Categoria dove poi è rimasto fino alla stagione scorsa, culminata con la retrocessione in Serie D.
Una Serie D che ha visto la società affidare al citato Chiappella la guida tecnica della prima squadra. E il risultato non è cambiato: dopo un solo anno di purgatorio, la Giana Erminio è tornata tra i professionisti. Doppia promozione quindi, per Chiappella, allora da capitano e adesso da allenatore.
Il mister si è raccontato in esclusiva ai microfoni di TuttoMercatoWeb.com.
A mente fredda, e con il ritorno in Serie C in tasca, che annata è stata per la Giana Erminio?
"È stata un'annata a mio avvio straordinaria, ma questo per me prescinde dalla vittoria, perché abbiamo lottato in un girone complesso, dove c'erano tanti avversari di valore a cui vanno i miei complimenti: primi fra tutti, la Pistoiese, che come noi avrebbe meritato la promozione. Nessuno ha perso in questo raggruppamento. Noi siamo stati bravi a crederci sempre, a non mollare nei momenti difficili, il gruppo ha avuto la forza di costruirsi come tale, di consolidarsi attraverso i risultati e di non disunirsi nelle difficoltà: credo sia questa la chiave di lettura della stagione".
Pinto, Marotta, Perna. E lei. Quando ha aiutato aver ricreato quel blocco storico che 9 anni fa portò il club per la prima volta tra i pro?
"Sicuramente questo blocco storico è stato un aiuto, ci sono davvero tante similitudini con il campionato di allora. Però i meriti vanno anche ai nuovi, sono stati da subito tutti a disposizione, in ogni singolo compartimento del club si è vista unità di intenti, e questo ha giocato a nostro vantaggio: al gruppo vanno davvero i miei più sinceri complimenti".
Ma come ha vissuto, stavolta da allenatore, i suoi ex compagni di squadra?
"Li ho vissuti in modo naturale, anche loro si sono messi a disposizione come tutti gli altri, anche se non nascondo che mi sono stati di grande aiuto nel creare da subito l'equilibrio nella gestione, a cui comunque ha contribuito l'intera squadra. La fortuna è stata allenare un gruppo di uomini veri".
Prima promozione da allenatore di prima squadra, dopo quelle giovanili, dopo quella centrata appunto 9 anni fa da calciatore. Che effetto fa?
"Sono due situazioni diverse, perché da calciatore si vive tutto in modo molto più sentimentale, da allenatore serve maggior equilibrio. Stavolta c'è stata più pressione, c'era voglia di rivalsa dopo la retrocessione dell'anno passato, avevamo anche la responsabilità di riportare entusiasmo nella piazza, ma gioire di nuovo con le stesse persone è stato fantastico. E sono felice di aver dato una grande gioia alla società e a tutte le persone che ne fanno parte e mi hanno sempre dato fiducia. Il presidente Bamonte è una persona straordinaria, Cesare Albè un collante importante tra tutti oltre che una persona di spicco, ogni singolo dirigente e tutti coloro che sono nel dietro le quinte hanno sempre dato tanto: meritano davvero giornate come quella di domenica".
Vi attende però un mese intenso, tra Coppa Italia e Poule Scudetto...
"È vero, sarà un mese sicuramente intenso, che ci darà però l'opportunità di crescere ancora e imparare qualcosa di nuovo. Lavoreremo con lo stesso entusiasmo e la stessa applicazione".
Coppa Italia da vincere quindi per forza?
"Non ci tireremo indietro, vincerla sarebbe un grande orgoglio per tutti, e dedicare un ulteriore trofeo a chi ha sempre creduto in noi è quello che vorremmo. Come vorremmo continuare a fare qualcosa di straordinario, come quello che abbiamo intanto fatto".