20 marzo 1991, la notte di Marsiglia: il Milan sarà squalificato per un anno dalle Coppe

Il 20 marzo del 1991, al Velodrome di Marsiglia, è di scena la Coppa dei Campioni. Di fronte c'è il Milan degli Invincibili - o quasi - e dall'altra l'Olympique padrone di casa. A San Siro, due settimane prima, era finita con un risultato inaspettato, cioè 1-1, come Milan-Stella Rossa di tre anni prima, l'ultima volta in cui c'era stato un gol degli avversari in una gara casalinga. Il problema è che l'OM è una grande squadra, con l'idea di vincere il trofeo dopo avere perso un anno prima in semifinale contro il Benfica.

Tapie ha ingaggiato Beckenbauer come direttore tecnico e Goethals come allenatore. Il Milan, campione del Mondo in carica, è un'occasione troppo grande per i marsigliesi di gettare la maschera. Gol di Gullit all'andata, pareggiato da una giocata firmata da Pelè, Waddle e soprattutto Jean Pierre Papin, che poi vestirà proprio il rossonero, probabilmente per questo gol che beffò Pazzagli.

Così gli uomini di Sacchi arrivano al ritorno perdendo in campionato contro l'Atalanta. Cambiano hotel all'ultimo minuto, si portano il cibo a casa, entrando in campo quasi tirati a lucido. Il gol del vantaggio però non arriva, mentre a un quarto d'ora è Waddle a insaccare sul secondo palo, battendo Sebastiano Rossi all'esordio europeo. Fino al minuto 42, quando succede qualcosa di inaspettato. Il Velodrome rimane parzialmente al buio per lo spegnimento di un riflettore, costringendo l'arbitro a interrompere la partita. Il Milan si rifiuta di rientrare in campo e l'arbitro Karlsson fa terminare la partita. Arriverà una squalifica di un anno dalle competizioni UEFA.