Un fight club in Lega Pro è stato più che sufficiente. Che Alessandria non diventi la nuova Seregno
Il campionato di Serie C sta vedendo giocare in questi giorni (da ieri a domani) il turno infrasettimanale, ma quel che ha scosso il mondo della terza serie è il caos scoppiato ad Alessandria, iniziato lo scorso 14 settembre, quando il Dg Rinaldo Zerbo, nominato direttore un mesetto prima di suddetta data è stato sollevato dall'incarico. Nel mirino del club, i suoi presunti comportamenti, caratterizzati anche da minacce verso terzi, inclusi tifoseria, personale e organi di stampa.
Il caos che si è sollevato
L'immobiliarista torinese - anche accusato da patron Benedetto di aver ceduto in estate Davide Lamesta (finito al Rimini) per far giocare suo figlio - si è subito detto pronto ad azioni legali per essere reintegrato nel club, intanto che proprio lo stesso pensava di rivedere l'intero organigramma, affidando il ruolo di Dg al Ds Umberto Quistelli e quello di Ds a Malu Mpasinkatu, che era stato per altro nominato direttore sportivo senza però che il suo contratto fosse depositato. E quindi, nella sostanza, senza che il dirigente fosse mai entrato in carica. Addirittura sembrava che il socio di minoranza Alain Pedretti stesse lavorando per riprendere in mano le redini del club.
Poi l'irreparabile
L'ulteriore terremoto ieri, quando la società, mediante un comunicato ufficiale, ha fatto sapere di aver sospeso a titolo cautelativo, e in attesa di accertamenti ulteriori, Umberto Quistelli dalla sua funzione di direttore sportivo del club. I motivi? Tutto è nato da una lite tra il citato Quistelli e un collaboratore del presidente Enea Benedetto, che - esattamente come per Zerbo - ha parlato di comportamenti gli atteggiamenti aggressivi e anche intimidatori da parte di Quistelli. Che ha invece dato questa versione: "Mi è stato chiesto di rassegnare le dimissioni, senza darmi alcuna motivazione. Io ho rifiutato, aggiungendo di essere pronto a un eventuale accordo per la rescissione consensuale. Dopo che questa mia ipotesi non è stata accettata mi sono alzato per andare via e, a quel punto, Michel Stojkovic mi ha colpito mentre ero girato di spalle con un pugno al volto e allo stomaco. Poi ho chiamato i Carabinieri. Al momento sono ancora in ospedale: potrei avere lo zigomo fratturato. Sono in attesa del referto medico da allegare alla denuncia che farò alle forze dell’ordine".
Un fight club in Lega Pro basta e avanza
Aspetti che a tratti richiamano alla mente l'ormai tristemente famoso "fight club" Seregno dell'allora presidente Davide Erba, che accusò Ninni Corda di atteggiamenti aggressivi e violenza nei confronti anche dei tesserati del club lombardo. Una vicenda, quella, ancora dai contorni pochi chiari, fatta di botta (ci auguriamo solo metaforico) e risposta anche mediatico tra le parti. Ma un caos così, è stato decisamente più che sufficiente.