Fontana: "Chiamata Salernitana? Sarebbe dovuta essere vanto anche per il Latina"
Nel corso della diretta odierna di A Tutta C, trasmissione targata TMW Radio e dedicata al mondo della Serie C, è intervenuto mister Gaetano Fontana, che, al momento svincolato, davanti ai nostri microfoni ha parlato del momento che sta vivendo: "Sono in un momento di studio, mettiamola così. Bisogna saper approfittare del tempo che si ha a disposizione e non sprecarlo. Il nostro mestiere è in continua evoluzione, si coglie l'occasione per stare al passo con i tempi e le proposte".
A proposito di proposte, entriamo a gamba tese nel tema: in estate era arrivata l'occasione della B con la Salernitana.
“Si lavora per questo. Essendo stato un atleta professionista ho sempre mirato a raggiungere la massima categoria, ho faticato per farlo e da allenatore le ambizioni sono le stesse. Ognuno di noi ha un tipo di percorso, e deve considerare quello che arriva, ma da anni sto tribolando in terza serie con la speranza di assaggiare anche da tecnico le altre categoria. Con la Salernitana è capitato tutto molto all'improvviso, ma il Latina sapeva dell'eventualità già da qualche settimana, e quando mister Sottil ha deciso di rinunciare all'incarico Petrachi si è presentato con forza per convincermi: ma chiaramente non avrei rifiutato una piazza con quelle ambizioni. Ero fortemente gratificato dal tutto, essere attenzionato da un professionista come Petrachi in un contesto del genere mi ha dato conferma che è stato notato il lavoro fatto per anni. Adesso è lecito alzare l'asticella e pensare di poter arrivare a lavorare in un qualcosa dove c'è un progetto che possa portare verso l'alto".
Il messaggio mandato, quello di inseguire i propri sogni credendo in quello che si fa, anche rischiando ciò che si ha, è sicuramente positivo.
“Pongo sempre la stessa domanda: cosa avrebbero fatto altri professionisti e anche coloro che lavorano con il Latina a posto mio? Io credo che anche il club avrebbe dovuto cavalcare il momento ed essere gratificato dal fatto che il loro allenatore era seguito da una squadra di categoria superiore, per altro la Salernitana appena retrocessa dalla A: era una cosa che doveva rappresentate un vanto, ma non lo è stato. A ogni modo, a prescindere da tutto, in conseguenza a ciò, io ho deciso di aspettare, ma ci tengo a ringraziare le diverse società che mi hanno contattato per iniziare un nuovo percorso di lavoro: ma, per la proiezione che mi sono fissato, ho dovuto rinunciare. Però fa piacere essere corteggiati dal punto di vista professionale".
Al momento attuale, 13 esoneri su 60 club dopo 10 giornate. Perché si preme sempre l'acceleratore sugli esoneri?
“Perché è la soluzione più facile e immediata. Quando le cose non vanno le attenzioni ricadono sull’allenatore perché non è capace di trasferire l'idea della società, ma io partirei da un assunto che per me è fondamentale: quando si fa una squadra viene fatta un’analisi completa sulla scelta di ogni giocatore, per metterlo in condizione di fare il massimo per raggiungere l’obiettivo finale collettivo. Per l'allenatore questo concetto non vale, tante volte non si sceglie un mister perché si è seguito, perché ha certe caratteristiche, una certa metodologia, non si studia la sua proposta. Ma per costruire una macchina che funzioni serve tempo, le proposte vanno elaborate, anche sul discorso della sfera mentale della squadra. Con una società che ti supporta, si lavora sereni e la risposta arriva, in caso contrario è più difficile. Penso a esempio a Sarri: a Empoli non aveva iniziato in maniera impattante, e li senza un club che lo sostenesse e lo spalleggiasse sarebbe stato fatto fuori dopo 7-8 giornate e non sarebbe diventato chi è. Serve coraggio per difendere una scelta, ma purtroppo non è sempre così, e per i mister è difficile emergere, anche perché vedono affibbiarsi etichette che poi è complesso togliersi di dosso. In Italia però vogliamo tutto e subito, siamo risultato-dipendenti".
Il 'tutto e subito' si pretende anche dei giovani, e il rischio è che si brucino con le troppe aspettative create. Si è criticato persino Camarda...
"Condivido, e nel caso di Camarda si parla pure di un top club che tutela e segue i ragazzi sotto tanti aspetti. È vero che in Italia ci sono leggi a favore del minutaggio, ma questo dato spesso si scontra con quella che deve essere la reale crescita del ragazzo: il lavoro dovrebbe partire da più lontano, l'atleta andrebbe formato anche dal punto di vista mentale ed emotivo, per saper fronteggiare anche certe pressioni. Perché i giovani devono sbagliare per imparare, e nell'errore andrebbero sostenuti".
Per rimanere in tema, guardiamo proprio i risultati: chi sono le squadre che, in questo scorcio di campionato, la stanno impressionando?
"Nel Girone C sicuramente Monopoli, Audace Cerignola e Picerno: per molti possono rappresentare delle novità, ma stanno facendo un lavoro capillare da anni e stanno ottenendo risultati importanti nonostante in quel girone ci siano forze come Catania, Trapani, Benevento e Avellino. Giocarsela con loro vuol dire che la programmazione e il pensiero futuristico stanno dominando. Anche l’Alcione sta facendo un grande campionato, da neopromossa è la terza forza del Girone A. Nel Girone B, invece, tante squadre, purtroppo, per il blasone che hanno stanno deludendo, ma hanno la loro forza e le loro dinamiche da aggiustare, ma alla lunga verranno fuori. SPAL, Perugia, Ascoli devono solo trovare la giusta dimensione per tornare nei campionati che meritano, e lo stesso discorso vale anche per Padova e Crotone, giusto per citarne due. Aggiungo anche il Vicenza. Sono piazze che devono trovare la giusta via per centrare la B, ambiente funzionale per quei contesti".