È questione di protocollo: VAR sotto accusa, a San Siro fa arrabbiare sia chi vince sia chi perde
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Salta persino l’etichetta di Simone Inzaghi, che alla fine perde il consueto aplomb e alza la voce come raramente gli accade: "La Fiorentina era arrabbiata, come è giusto che sia, come ero arrabbiato io a Leverkusen quando abbiamo preso un gol su un calcio d'angolo nato da un fuorigioco - ha detto dopo il 2-1 sulla Fiorentina-. Inizialmente non avevo capito, ma poi ho rivisto il rigore, che non esiste mai. Mai”. A Raffaele Palladino la serata girava storta già da un po’, e la sconfitta è quasi un dettaglio: “Non parlo mai degli arbitri, mi sono ripromesso di non giudicare mai, perché sbagliano come lo facciamo noi. Però il VAR deve migliorare il calcio e non esiste che non possa intervenire per protocollo su un errore oggettivo, come una palla uscita dal campo di 20-30 centimetri”. È il corner della discordia, quello a cui fa riferimento il tecnico viola nelle sue dichiarazioni in conferenza stampa. Un errore che a qualcuno ha ricordato addirittura il caso Muntari: geometricamente, non si va troppo lontani.
È questione di etichetta, è questione di protocollo. Quello del VAR impedisce - qui un approfondimento - l’intervento ad azione conclusa, persino per correggere una stortura così clamorosa come quella registrata sul cross di Bastoni, preludio al calcio d’angolo che ha portato al primo gol interista e arrivato con la palla fuori dal campo di mezzo metro. Ma porta poi all’ennesimo “rigorino” stagionale. Su una sola cosa Inzaghi ha torto: per quanto punire il tocco di Darmian sembri lontano dallo spirito del gioco del calcio, la giurisprudenza arbitrale in materia è discutibile ma ormai abbastanza consolidata.
Settimana nera. Inter-Fiorentina è stata la perfetta conclusione di un weekend indigesto alla classe arbitrale, chiamata in causa a più riprese e non solo perché si entra nella fase cruciale del campionato. Si sono lamentati un po’ tutti: ha aperto le danze proprio Inzaghi nel turno precedente, tornando poche ore fa sul rigore negato per il contatto Pavlovic-Thuram. Ma non è stato il solo: da Gasperini a Fabregas, passando per Vagnati e Ibrahimovic, la tecnologia che dovrebbe migliorare il calcio sta scontentando davvero tutti. A San Siro si è sublimata e la squadra guidata dall’arbitro La Penna - che, diciamolo, poteva vedere anche a occhio nudo come il pallone fosse fuori dal campo - finisce per essere al massimo una comparsa sul banco degli imputati: ci finisce il VAR tutto, che al Meazza è riuscito a mettere d’accordo vinti e vincitori.
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