Trapani, i Petroni tornano... da dove tutto ebbe fine. E la squadra mette in mora la società
Era un ormai lontano 16 dicembre 2016, e il Pisa versava in acque più che agitata: un fallimento era prossimo, perché l'allora presidente Fabio Petroni non aveva dato margine ulteriori di trattativa per la cessione del club alla famiglia Corrado. La squadra, allenata al tempo dall'attuale trainer del Napoli Gennaro Gattuso, era in partenza per Cittadella, dove avrebbe giocato la gara del campionato di B, ma un nutrito gruppo di tifosi cercò di impedire che il pullman si avviasse alla volta del Veneto, poiché quella data, quel 16 dicembre 2016, era la data ultima stabilita dagli stessi Corrado per rilevare un Pisa sull'orlo del baratro che la vecchia proprietà cercava però ancora di tenere. Il tutto fu poi risolto dall'attuale patron nerazzurro Giuseppe Corrado, che si rese disponibile a una nuova trattativa che dette poi buon esito.
Stasera, 35^ giornata del campionato di B, i Petroni, al timone del Trapani, torneranno a Pisa, perché le due squadre si affronteranno. Sereni adesso i toscani, in una situazione molto simile a quella del 2016 sulla sponda pisana, i siciliani. A scuotere l'ambiente, infatti, c'è stata la messa in mora del club da parte dei giocatori, che hanno optato per un'autotutela dei propri interessi, dato che le mensilità riscosse sono ferme a quelle di marzo, pagate con ritardo; situazione già denunciata lo scorso 25 maggio, quando i dipendenti del Trapani scrissero al sindaco Giacomo Tranchida per evidenziare la situazione del club, che non corrispondeva gli stipendi dal dicembre 2019 (LEGGI LA LETTERA DEI LAVORATORI GRANATA).
Il club pare però stia aspettando di ricevere un'ultima tranche dei contributi della Lega, con i quali avrebbe probabilmente saldato le pendenze, ma i calciatori temono che la somma possa avere altri utilizzi.
Difficile prevedere questo. Di certo per i siciliani, per altro anche penultimi in classifica, non è un bel momento.