Di Chiara: "Parma non è un club qualunque. Abbiamo un obiettivo, ma la B è difficile"
“A Reggio non erano chiare le sorti del club, ma la gente di lì mi ha dato tanto e gliene sono grato. Gli auguro di tornare presto nelle categoria che è stata e gli compete. La trattativa? Avevamo parlato col Parma, ma finché non sapevamo cosa accadeva a Reggio non potevamo andare avanti. Quando abbiamo saputo che la Reggina non era iscritta, abbiamo parlato con il direttore, il mister, con la società e ci abbiamo messo due minuti a trovare l’accordo per venire qua. Avevo tanta voglia di venire, essere un giocatore del Parma è un privilegio".
Così il laterale mancino Gianluca Di Chiara ha parlato del suo arrivo a Parma dopo lo svincolo dalla Reggina a seguito dell’estromissione del club calabrese dalla Serie B: “Con Pecchia abbiamo parlato negli ultimi giorni, quando si stava capendo di poter trovare questa intesa e che io ero libero. Con il direttore e con il mister questa intesa è stata subito grande. - continua il calciatore come riporta Parmalive.com - La squadra l’ho vista dalla tv, ora la vivo sul camp,: è una squadra di giocatori forti, di ragazzi giovani con grande potenzialità, e con gente esperta. Non dobbiamo nasconderci, abbiamo un obiettivo, ma la Serie B è complicata. E non è scontata ogni partita, che è a sé. Per fare i pronostici, c’è tempo. Pensiamo al Catanzaro e basta".
Il ritorno a Parma?
"Tornare qui è tornare dove ho iniziato il mio percorso calcistico, da bambino. Nella vita di una persona cambiano tante cose, ora mi ritrovo qui a 30 anni, in un momento importante della mia carriera. Parma non è un club qualunque, lo dice la storia. Ho incontrato persone come Manzani (Giovanni, segretario sportivo del Settore Giovanile, ndr), è stato bello rivederlo. Sono veramente felice, perché per me esser qui è importante. E ho fatto questa scelta per questo motivo".
Come ho trovato il gruppo?
"Molto affiatato, bravi, mi hanno accolto bene dal primo all’ultimo. E come qualità ci sono giocatori di grande qualità, ma bisogna lavorare e non accontentarsi, partita dopo partita. Non possiamo pensare di fare tutte le partite al 101%, anche io sono arrivato da poco e sono un po’ indietro di condizione. Allenandomi da solo non è facile, sto cominciando a mettere benzina. E questa settimana della sosta sicuramente sarà importante per me per capire a conoscere i compagni, prendere un po’ di forma fisica, perché naturalmente sono un po’ più indietro".
Il numero di maglia?
"Ho sempre avuto il 17, ma era occupato. Per gusto mio personale il numero più vicino era il 77 e ho deciso di prenderlo. Non sono scaramantico“.