Capradossi: "Lecco esperienza surreale. L'Uganda? Riconnesso alla parte africana"
Dalla delusione per la brutta esperienza con il Lecco, passando per la ricerca di una nuova avventura professionale, fino ad arrivare al sogno di giocare la Coppa d'Africa con la Nazionale dell'Uganda. Questo è, in sintesi, il momento personale e professionale sta vivendo Elio Capradossi, difensore classe 1996 prodotto del settore giovanile della Roma con una lunga militanza in Serie B (140 presenze, 7 gol all'attivo e due promozioni in A centrate con Cagliari e Spezia). Di questo il ragazzo nato a Kampala ma cresciuto nella Capitale ha parlato nel corso dell'intervista concessa a TuttoMercatoWeb.com:
Elio, iniziamo dalla fine della scorsa stagione. Pochi mesi a Lecco, ma decisamente difficili.
"Non è stata un'esperienza positiva. Quando ho accettato la proposta del club sapevo delle difficoltà esistenti, ma quando le ho vissute in prima persona mi sono reso conto di quanto fossero profonde e non siamo, purtroppo, riusciti ad uscirne. È stata una retrocessione molto dolorosa per me come per tutto il gruppo".
Gruppo, il vostro, finito nel mirino delle critiche dell'allora presidente Di Nunno, che non si è certo risparmiato
"È stato davvero surreale. Non mi era mai capitato prima di vivere una situazione simile, con attacchi pubblici alla squadra. Regnava la confusione nel club e questo ha sicuramente minato la squadra che, per quello che è il mio pensiero, aveva comunque dei buoni valori e un buon potenziale. Purtroppo sono stati troppi i fattori che ci hanno remato contro".
Dal passato al presente, oggi vive la sua 'prima volta' da svincolato. Come si sta trovando?
"Devo ammettere che è difficile vedere i campionati prendere il via ed essere a casa. Detto questo mi sto allenando da solo ma con costanza in attesa di una chiamata. Fortunatamente non sono una persona ansiosa: ci sono ancora dieci giorni alla chiusura del mercato e so quanto possono essere lunghi".
Qualche chiacchierata con dei club l'ha già avuta?
"Ho così tanta stima del mio procuratore che gli ho detto di mettermi a conoscenza delle ipotesi che si possono presentare solo quando già a parlare di contratti. So che c'è stato qualche contatto, sia in Italia che all'estero, ma nulla più".
Chiudiamo il cerchio e passiamo dai club alla Nazionale. La scorsa primavera ha accettato la convocazione da parte dell'Uganda, paese nel quale è nato oltre che luogo natale di sua madre. Com'è nato tutto?
"Vivendo e lavorando sempre in Italia ho coltivato poco la mia parte africana, legata al paese di mia madre. Quando, però, è arrivata la chiamata del ct Paul Put per presentarmi il progetto tecnico e ufficializzarmi la sua volontà di convocarmi ho colto l'occasione per riallacciare i legami con il Paese. In più le strutture a disposizione della Nazionale sono di buon livello e da poco è stato ristrutturato anche lo stadio della Capitale".
Obiettivi?
"La qualificazione alla prossima Coppa d'Africa che si giocherà in Marocco il prossimo anno e quella successiva, nel 2027, che si giocherà proprio in Uganda. E credo che abbiamo buone chance di qualificarci. Ci sono tanti giovani interessanti in squadra e tanto, tantissimo entusiasmo. Non sarà certamente semplice, ma daremo tutto per centrare questo traguardo".