Udinese infuriata con Samardzic e il suo entourage. E adesso può restare bianconero
Lazar Samardzic non sarà nerazzurro per decisione dell’Inter, inflessibile e puntigliosa. Così scrive La Gazzetta dello Sport, tornando sull'affare saltato con l'Udinese. Eppure - si legge - anche ieri mattina gli uomini di Lazar hanno provato a bussare in casa nerazzurra convinti di strappare una nuova intesa, ma per il club di Zhang non cedere era una questione di principio molto più che di denari. Dopo che già l'accordo era stato sancito tra le parti con la Pimenta, tra commissioni sparse in più e una nuova retribuzione per giocatore, ballavano alcune centinaia di migliaia di euro: niente di insuperabile a dirla tutta, ma l’ulteriore richiesta di avere una percentuale sulla futura rivendita è stata la goccia finale.
Ultimo tentativo. A Ferragosto era comunque arrivata una chiamata del padre-padrone Mladen Samardzic: serviva a ricordare ai dirigenti che il suo figliolo voleva solo giocare in mezzo con Calha e Barella. Il resto dei problemi, però, rimanevano tutti lì, nonostante fosse subentrata l’agenzia un po’ più strutturata del serbo-tedesco Tolga Dirican, la TDS Sports con sede a Berlino, città da cui viene la famiglia. Prendeva il posto della misteriosa L10S, quella che aveva di fatto defenestrato la Pimenta.
Udinese furioso. A poco è servita anche la pressione dell’Udinese, che ha tentato di portare alla ragione il clan serbo e ha provato a spingere finché possibile il buon Lazar a Milano. Non fosse altro per salvaguardare i milioni del trasferimento: 4 di prestito di Fabbian e 16 per il riscatto obbligatorio più 2 di bonus. Dopo la decisione dei nerazzurri di dare un taglio netto alla faccenda, l’Udinese è costretta a rimettere il centrocampista in rosa, nonostante sia infuriata con lui e i suoi: al momento l’idea è di tenerlo, anche se non è escluso che nuovi club, tra Premier e A, bussino alla porta.